Sebba e la nostalgia che lascia il segno: “Vanità” è il riflesso di ciò che resta


Con Vanità, Sebba mette a nudo la complessità dei legami che continuano a vivere anche dopo la fine. Un brano che affronta il peso dell’assenza e il modo in cui una presenza può continuare a influenzare pensieri, gesti e identità.

Nel videoclip, la figura femminile aleggia senza mai mostrarsi, mentre il sound oscilla tra malinconia e forza, rivelando un’anima combattiva. Artista e atleta, Sebba ci parla della sua personale terapia attraverso la musica, tra introspezione, consapevolezza e voglia di ricominciare.

Nel videoclip di “Vanità” la figura femminile è ovunque, ma non c’è mai. Cosa rappresenta per te questa assenza?
Sta a significare che a volte, la presenza di una persona, anche solo nei pensieri, può sostituire quella fisica. E che non basta l’assenza fisica per dimenticare.

Hai mai vissuto quella sensazione di vedere ovunque una persona che non c’è più?
Certo, è un sentimento che credo viviamo tutti. Sicuramente ognuno a modo suo e con le proprie dinamiche. Però è un qualcosa che ci fa ricordare l’importanza di un legame e dei momenti vissuti insieme a prescindere di come si sia evoluto.

Che ruolo ha avuto la musica nel rielaborare i momenti più difficili della tua vita sentimentale?
È stata la mia compagna di viaggio e la mia terapia. La risposta a tante domande e la scintilla per accendere nuovi fuochi. Una fonte di prospettive per vedere lo stesso panorama da angolazioni differenti. 

Hai scelto suoni malinconici o decisi? Raccontaci il sound design del brano.
Entrambi. La malinconia che attraversa questo sentimento di nostalgia è incarnata dalla tonalità minore ed il groove elettronico ed piuttosto dark vuole incarnare un po’ la fermezza ed il carattere forte di chi ha ritrovato sicurezza e forza..

Se dovessi descrivere “Vanità” in una sola immagine, quale sarebbe?
Uno specchio, in cui ci si riflette e in cui si intravede il proprio partner sfocato sopra la propria faccia. Questo a significare che spesso il pensiero e le azioni, apparentemente possono sembrare influenzate da qualcun altro, ma fondamentalmente partono da noi.