Marziano Vicedomini: un viaggio poetico tra assenze e attese in “Mancanza”


Con “Mancanza”, edito da La Corte Editore e proposto per il Premio Strega Poesia 2025, Marziano Vicedomini affida ai versi un flusso autentico e istintivo, nato da riflessioni intime e quotidiane. Nessuna struttura imposta, ma una scrittura che respira, che interroga e accoglie il lettore come uno specchio. In questa intervista, l’autore racconta il senso del suo percorso poetico, tra solitudine creativa e bisogno di dare forma all’invisibile.

Il libro non segue una struttura narrativa rigida, ma si muove come un flusso interiore. Come hai costruito questo percorso poetico, e quanto ti sei affidato all’istinto rispetto a una progettualità consapevole ?
Non l’ho costruito, ma seguito.
Non riuscirei a scrivere qualcosa di veramente autentico, più o meno pregevole, decidendo di scrivere senza sentirne l’ispirazione.
Nella poesia Mancanza ne parlo.
La mia scrittura, sia in questa raccolta che nella precedente, è totalmente istintiva, ma figlia di un processo di riflessione costante e quotidiano.
Mi interrogo e rifletto sulle cose della mia vita e di quello che noto costantemente.
Come se accumulassi pensieri, riflessioni e immagini e poi le traducessi in versi.
Amo molto stare solo e passeggiare forse perché, inconsciamente, mi predispongo a raccogliere il frutto delle riflessioni precedenti ed a comporre.
L’opera non ha un progetto tematico predefinito, ma ha la stessa anima e nasce dallo stesso flusso creativo.
Non credo di poter mai scrivere con temi predeterminati da un progetto creativo.
Lo trovo solo un esercizio stilistico.
La poesia per me è la scrematura ultima di un mio stato d’animo che riesco ad intrappolare nelle parole.

Ogni componimento della raccolta sembra essere una rivelazione, un sussurro, un’urgenza. Cosa ti spinge a scrivere? È un gesto di comprensione, una necessità emotiva, una forma di sopravvivenza?
Una necessità di farlo che avverto come se dovessi buttare fuori qualcosa da dentro me.  
Dopo aver composto mi sento meglio, appagato, in pace, anche se momentaneamente.
Come se avessi respirato, preso ossigeno e potessi riprendere l’apnea del quotidiano.

L’elemento filosofico è centrale nel tuo modo di scrivere: le tue poesie pongono domande più che offrire risposte. Secondo te, la poesia oggi deve ancora interrogare o ha anche il dovere di consolare ?
La poesia é un indizio di qualcosa che ci può essere oltre la materialità della vita.
Non potrà mai dare risposte perché la poesia nasce da risposte sbagliate della vita reale.
In paradiso non ci sarebbe poesia, sarebbe la vita stessa poesia.
Non credo che la poesia, e l’arte in generale, debbano avere una funzione sociale.
L’arte è tale perché è liberata dalla morale e dalla funzione pedagogica.
Spesso anticipa i tempi su molti temi, rivelandosi veggente.
Ma in realtà qualsiasi funzione sarebbe limitante per la poesia.
Dio, l’amore, l’anima non sono entità definibili dalla parola umana, piuttosto sono loro che ci definiscono e ci vivono.
Così pure la poesia.
La poesia è e sarà tale fino a quando sarà lasciata libera di “essere senza dover essere”.

Il titolo stesso del libro, Mancanza, sembra suggerire un’opera volutamente aperta, incompiuta. C’è qualcosa che hai scelto di non scrivere? O che speri venga colmato dallo sguardo del lettore?
No, non è incompiuta per me e non c’é qualcosa che abbia scelto volutamente di non scrivere.
Certamente il lettore leggerà nei miei versi se stesso, come giusto che sia, più che l’autore. 
La poesia è come uno specchio riflesso. 
Non mi auguro che colmi, ma che possa far riflettere o confortare..

Mancanza è stato proposto per il Premio Strega Poesia 2025. Come vivi questo riconoscimento e cosa speri possa significare per la tua opera e per il modo in cui viene letta la poesia oggi ?
La proposta al Premio Strega fino all’anno scorso era per impensabile.
Scrivo da due anni e raggiungere questo traguardo in due anni non era nelle mie più rosee aspettative.
Ne sono stato felicissimo, è stato un onore ed oggi è un onere, perché bisogna poi esserne degni.
Mi piace cogliere l’occasione per ringraziare la mia casa editrice La Corte Editore di Gianni La Corte e l’agenzia letteraria che mi segue EditReal di Michela Tanfoglio che hanno ritenuto l’opera meritevole di essere proposta per il Premio Strega.