Ribellione e rinascita: Antonella Bucci racconta il suo nuovo singolo

Antonella Bucci - Ph. Giovanni Santarelli

Con una carriera costellata di successi e collaborazioni eccellenti, Antonella Bucci torna con “Sogni ribelli”, una canzone che parla di libertà e di lotta contro le maschere. Ne abbiamo parlato con lei.

Qual è stata l’ispirazione principale che ti ha spinta a scrivere “Sogni ribelli”?

L’ispirazione principale per “Sogni Ribelli” è nata da un’urgenza interiore, da quel bisogno profondo di dare voce a tutto ciò che spesso viene taciuto: le emozioni irrisolte, le scelte controcorrente, la voglia di esistere senza compromessi. È un inno a chi non smette di cercarsi, anche quando il mondo chiede di uniformarsi. Dentro il brano ci sono frammenti della mia storia, ma anche di chi ha il coraggio di sognare fuori dai margini.

Il video sembra un viaggio interiore. Come avete costruito la sua estetica con la regista Dalilù?

Abbiamo voluto che il video fosse un vero viaggio interiore, visivamente evocativo ma essenziale. Con Dalilù c’è stata una sintonia immediata: abbiamo lavorato insieme su immagini simboliche, colori e movimenti che raccontassero una trasformazione, una rinascita silenziosa ma potente. Nulla è stato lasciato al caso, ogni scena doveva restituire un’emozione autentica, come se chi guarda potesse riconoscersi in quel percorso di liberazione.

Collaborare con Raf è stato importante. Che cosa ti ha trasmesso artisticamente e umanamente?

Collaborare con Raf è stato un privilegio prezioso. Artisticamente mi ha trasmesso l’essenzialità e la forza della verità nelle canzoni: ogni parola deve avere un peso, ogni melodia un’anima. Umanamente, la sua sensibilità e la sua capacità di ascoltare mi hanno colpita profondamente. Ha saputo accogliere il mio mondo, senza mai sovrastarlo, ma anzi amplificandolo con rispetto e profondità. È stato un incontro autentico, che ha lasciato un’impronta forte nel brano e anche in me.

Che significato ha per te scegliere di restare fedele a se stessi in un contesto musicale sempre più competitivo?

Restare fedele a se stessi, oggi più che mai, è un atto di coraggio. In un panorama musicale dove spesso si rincorre il trend del momento, scegliere la verità della propria voce, delle proprie emozioni e del proprio percorso significa proteggere la propria identità. Non è sempre facile, perché la competizione ti spinge a cambiare pelle, ma per me la musica è condivisione autentica, non imitazione. Solo così riesco a sentirmi libera, coerente e profondamente connessa con chi mi ascolta.

Nella tua carriera hai esplorato tanti generi. Come definiresti il sound di questo nuovo progetto?

Il sound di questo nuovo progetto è un equilibrio tra radici e sperimentazione. Ha un’anima pop, ma con venature elettroniche, sfumature acustiche e momenti più intimi e viscerali. È un viaggio sonoro che rispecchia la mia evoluzione: c’è il bisogno di raccontarsi senza filtri, ma anche il desiderio di rinnovarsi, di sorprendere, di emozionare con sincerità. Non è un genere, è un’identità che prende forma in ogni nota.

 In che modo il tuo pubblico ha accolto il singolo e il video?

Con un affetto travolgente. Il pubblico ha colto profondamente il senso di “Sogni Ribelli” e si è riconosciuto nel suo messaggio di libertà e autenticità. In tanti mi hanno scritto raccontandomi emozioni, ricordi, esperienze che il brano ha risvegliato. Anche il video ha toccato corde intime: quel viaggio simbolico è diventato per molti uno specchio del proprio io. È stato come sentirsi abbracciati a distanza.