Maiisha debutta con “Lingerie”: il prezzo della menzogna si paga caro

 

Maiisha rompe il silenzio della scena musicale con Lingerie, singolo d’esordio pubblicato da Mirò BR Productions e distribuito da ADA Music Italy, e lo fa con la voce fiera di chi sa cosa vuol dire avere il cuore spezzato… e poi ricucito con fili di fuoco.

Nel brano, la cantautrice non si nasconde dietro la figura stereotipata dell’amante: la sua protagonista è tutt’altro che sottomessa. È una donna lucida, ferita ma non domata, pronta a restituire il colpo con eleganza e decisione. Le sue parole diventano armi affilate, ogni verso un passo verso una verità che esplode sul finale.

Con un sound incisivo e una scrittura che sa essere viscerale e cinematografica, Lingerie mette in scena una femminilità nuova, forte e determinata, che non accetta compromessi. E Maiisha dimostra, fin dal primo singolo, di sapere bene cosa significa lasciare il segno. 
 
Il tuo debutto come cantautrice arriva dopo tante esperienze diverse. Qual è stato il momento in cui hai capito che era il tempo di metterti al centro della tua musica? 
Quando ho smesso di cercare approvazione e ho iniziato a cercare verità. La mia. Dopo aver dato voce a storie di altri, è arrivato quel silenzio in cui mi sono chiesta: “E la tua, di storia, chi la canta?” Così è nato il bisogno di mettermi al centro, non per egocentrismo, ma per necessità.
 
Ogni artista ha un motore che lo spinge a creare. Per te è più rabbia, amore, sete di giustizia… o qualcos’altro ancora? 
È soprattutto è il bisogno di trasformare. Emozioni grezze che diventano suono, esperienze dure che si sciolgono in parole. Scrivo per sopravvivere e canto per non dimenticare.
 
L’idea del tungsteno – flessibile ma resistente – è fortissima. Se dovessi legarla a un suono o a un arrangiamento, cosa sceglieresti? 
Una cassa che pulsa come un cuore che non si arrende, un synth distorto che si piega ma non si spezza. Il tungsteno suona come una voce rotta che non smette di cantare. È elettrico, vivo, eppure radicato.
 
La tua voce ha già attraversato personaggi e storie di altri. Quanto è diverso interpretare qualcosa che nasce interamente da te? 
È spogliarsi. Senza maschere, senza ruoli. È più rischioso, ma anche più vero. Quando interpreti qualcosa che nasce da te, la voce non recita: confessa.
 
Hai dichiarato che la tua musica permette alle persone di entrare in un mondo diverso. Come immagini questo mondo? Che suoni ha, che parole usa, che ritmo batte? 
È un mondo dove Dio è Donna.
Dove la delicatezza è forza. Un mondo che profuma di pelle viva e libertà, in cui le emozioni non sono un difetto da nascondere, ma verità da gridare.
I suoni sono carnali, imperfetti, vibrano come un cuore che non ha mai smesso di battere forte.
Le parole non chiedono scusa, non si fanno piccole: accarezzano e graffiano, urlano e sussurrano, ma non mentono mai. È un mondo che batte al ritmo di chi si rialza con le ginocchia sbucciate e lo sguardo alto, dove ogni silenzio spezzato diventa musica. E in quella musica, finalmente, esistiamo davvero.