Gli Alhena svelano il loro ultimo singolo “Arancione EasyJet”
Gli Alhena tornano a stupire il pubblico con il loro nuovo singolo, “Arancione EasyJet,” un brano che mescola leggerezza e introspezione in un viaggio musicale emozionante. Il gruppo ci porta in una storia nata quasi per caso, in una serata romana dove un incontro fortuito si è trasformato in un ricordo indelebile, ispirando un testo che esplora il potere delle connessioni emotive istantanee.
La canzone è una riflessione sulla bellezza degli incontri casuali e sulle
intense emozioni che a volte possono scaturire anche in pochi istanti. Gli
Alhena riescono a trasmettere quella speciale sensazione di familiarità che si
prova con una persona sconosciuta, come se il destino avesse orchestrato
l’incontro. Il brano, sostenuto da una produzione moderna e coinvolgente, fonde
atmosfere da club con un tocco nostalgico, richiamando influenze pop degli anni
’80.
In questa intervista esclusiva per Il Riflettore, gli Alhena ci raccontano la genesi del brano, il loro approccio creativo e l’importanza dei dettagli nella loro musica, condividendo le emozioni che hanno dato vita ad “Arancione EasyJet.” Buona lettura!
Ciao a voi ed a tutti i lettori del Riflettore, e soprattutto grazie per il vostro invito! Iniziamo con il dire probabilmente una cosa molto inflazionata, ma la musica ha sempre fatto parte delle nostre giornate sin da quando eravamo piccoli. Siamo tutti cresciuti con una forte impronta dei nostri genitori che ci ha chiaramente segnato in quella che poi è stata l’evoluzione dei nostri gusti musicali: anche se in tempi diversi e quindi con una “colonna sonora” differente, abbiamo tutti vivido il ricordo dei viaggi in macchina accompagnati da Baglioni, Battisti, Queen e Spandau Ballet. Fino al momento in cui abbiamo deciso di essere dei musicisti, la musica è sempre stata compagna indissolubile delle nostre giornate, diventando parte integrante dei nostri momenti di vita più belli.
Oggi chiaramente è molto più di questo, perché rappresenta il mezzo con il quale abbiamo scelto di raccontare le nostre storie. La cosa più bella è che se una volta eravamo noi a cucire sui brani altrui il nostro racconto, oggi vediamo gli altri fare lo stesso con le nostre canzoni. Questa è sicuramente la più grande tra tutte le soddisfazioni che può regalarci il nostro pubblico, e la dimostrazione che la musica è, ed è sempre stata, uno dei più importanti mezzi di condivisione e connessione che siano mai stati concepiti dall’essere umano.
Arancione EasyJet nasce una sera in cui non avevamo la benché minima voglia di uscire di casa, ma per qualche ragione siamo finiti per ritrovarci in un club della capitale. Il locale era letteralmente gremito di gente, ma una cosa ha prepotentemente catturato la nostra attenzione: una maglietta arancione persa tra la folla. La ragazza che la indossava sembrava vivesse in una sua bolla, dove il tempo scorreva in modo diverso da tutto ciò che la circondava. Uno di noi le andò a parlare e nelle ore a seguire non accadde nulla di particolare se non che, allo sfiorarsi delle loro mani, ebbero la sensazione di conoscersi da una vita intera.
Il nostro nuovo singolo è quindi il condensato di una storia accaduta realmente e vuole porre l’attenzione sull’importanza degli incontri casuali e delle forti connessioni emotive che possono scaturirne. È un tema a noi molto caro perché ci rendiamo conto di quanto, sempre più, il modo di vivere i sentimenti stia cambiando, portandoci a volte a perdere di vista la grande bellezza che si cela dietro le piccole cose.
Potete raccontarci un po' del processo creativo che vi ha portato a questa canzone e quali ispirazioni vi hanno influenzato?
I primi pezzetti del testo li iniziammo a scrivere la notte in cui si è svolta la storia, quando entrammo in macchina prima di ripartire per tornare a casa. Avevamo già in mente la linea melodica della voce, sembrava che quel brano sarebbe arrivato in un battito di ciglia. Solo che come spesso accade, gli impegni della vita ti portano con la testa altrove. Dovetti partire per Basilea per lavoro e misi per qualche giorno da parte la scrittura del brano, quando una sera in albergo mi chiamò la ragazza che quella sera indossava la maglietta arancione. Mentre parlavamo mi interruppi bruscamente e le dissi “aspetta un attimo, devo appuntarmi una cosa” e scrissi buona parte di quello che è il testo attuale del brano.
Quando siamo entrati in studio la prima volta per iniziare la produzione di Arancione EasyJet, avevamo chiaro in mente di voler ricreare, attraverso la melodia, la stessa atmosfera che abbiamo vissuto noi quel sabato sera nel club di cui raccontiamo. Volevamo che quel senso di leggerezza che avevamo provato si fondesse con le sonorità tipiche di un brano quanto più ballabile possibile rispetto al nostro modo di fare musica. Avevamo appena ascoltato "Heaven" un brano che Avicii fece insieme a Chris Martin, il cantante dei Coldplay, e pensammo che quel tipo di sound sarebbe stato perfetto: iniziammo dal giro di pianoforte che poi, nella produzione che abbiamo fatto insieme a Sabatino Salvati, è rimasto così come lo avevamo registrato la prima volta.
Siamo consapevoli di aver trattato un tema delicato con un tono apparentemente leggero, ma il nostro obiettivo con Arancione EasyJet è proprio quello di riportare l’attenzione sulle connessioni emotive che si creano in un istante. Il brano esplora quella dinamica unica in cui l’intensità di un sentimento sembra paradossalmente inversa al tempo condiviso. Di fronte a una sensazione così forte e improvvisa, ci troviamo a fare ipotesi contrastanti: da una parte, potremmo immaginare che sia il destino a orchestrare l’incontro tra due anime affini, unite da un legame misterioso e superiore. Dall’altra, potrebbe essere l'effetto dei tanti piccoli dettagli che abbiamo colto nell’altra persona e che, presi singolarmente, ci ricordano frammenti di persone significative del nostro passato. È come se questi tratti familiari accendessero un sentimento inaspettato, facendoci sentire intimamente legati a qualcuno che, in realtà, è ancora uno sconosciuto. Ecco, l’importanza di ritrovare l’attenzione per i dettagli è un altro tema molto importante che trattiamo nel nostro brano.
Non vogliamo escludere nessuna possibilità, ma con Arancione EasyJet desideriamo invitare chi ascolta a soffermarsi e riconoscere la bellezza quando la incontriamo, piuttosto che continuare a cercarla altrove in modo ossessivo. Sfortunatamente, i social e i nuovi media ci hanno portato ad abituarci a spostare la nostra attenzione da una parte all’altra con la stessa rapidità con cui facciamo uno swipe nelle app di incontri, rischiando di perdere il valore dei legami autentici.
È una domanda interessante e vogliamo cogliere l’opportunità per spostare l’attenzione su un piano più personale ed emotivo che razionale. Come ti stavamo dicendo poco fa, Arancione EasyJet è il racconto di una storia accaduta realmente: sia il colore arancione che l’immagine dell’incontro casuale sono elementi che fanno parte integrante di una narrazione di vita vissuta. Ciononostante, per noi hanno un significato ben preciso che coincide con le emozioni che abbiamo provato non solo quella sera, ma anche nel periodo che è trascorso subito dopo e che ci ha permesso di metabolizzare il tutto. L’arancione lo abbiamo sempre associato ad un ormai perso romanticismo: ci ricorda il tramonto, uno di quei momenti della giornata che vorresti passare mano nella mano con la persona che ami senza dire una parola, e di cui puoi godere appieno soltanto se hai affinato la capacità di contemplare e di godere davvero di ogni attimo che ti è concesso. L’incontro, invece, lo definiamo casuale perché nessuno aveva programmato di essere li, ma è avvenuto comunque perché i protagonisti hanno scelto di interagire tra loro. Quello che sicuramente li ha portati a trovare il coraggio di rivolgersi la parola è stato l’aver notato i piccoli dettagli di cui parlavamo poc’anzi: nessuno avrebbe maturato interesse nell’altro se non avesse avuto la sensibilità di guardare con attenzione quei piccoli tasselli del puzzle che, messi insieme, componevano un’immagine macroscopica della persona che avevano davanti. Non è assurdo che la casualità si limiti a collocare in un posto due persone, ma che poi tutto il resto sia lasciato all'eventuale intento di ciascuno dei protagonisti?
A chi dedicate questo singolo?
Senza dubbio, dedichiamo questo brano agli ultimi romantici, coloro che scelgono di mettere l’amore al centro nonostante siano consapevoli che questo modo di vivere possa portare a delusioni e sofferenze. Alle persone che contemplano la bellezza quando gli si para davanti agli occhi, piuttosto che ricercarla compulsivamente senza riuscire ad apprezzarla davvero. C’è una forza particolare che guida chi vive così: la certezza che, prima o poi, incontreranno qualcuno con cui condividere le parti più intime del proprio essere, senza dover filtrare o nascondere nulla. Crediamo profondamente che, quando accade, questo rappresenti uno dei momenti più autentici di libertà che una persona possa sperimentare.
La copertina del singolo ha un forte impatto visivo, con un'energia vibrante. Come avete scelto l'immagine e cosa rappresenta per voi questa estetica?
Volevamo che la copertina riflettesse nel modo più autentico possibile sia il simbolo che ha dato ispirazione al brano, ovvero una ragazza che indossava una maglietta arancione, sia l’atmosfera che abbiamo respirato la sera in cui si è svolta la storia che raccontiamo. Non ti nascondiamo che ci siamo ispirati, in parte, ad una copertina di un celebre album dei Thegiornalisti. L’immagine, nel complesso, vuole racchiudere tutta la leggerezza con la quale viene proposto il racconto sia dal punto di vista del testo che delle sonorità del brano, nonostante poi i temi trattati siano particolarmente profondi ed attuali.
Se poteste scrivere la colonna sonora di un film, serie TV o videogioco, quale scegliereste e perché?
Sai che è la prima volta che ci viene fatta una domanda simile? Non ci abbiamo mai riflettuto prima d’ora. Se dovessimo trovarci a scrivere un pezzo in lingua inglese, visto che il nostro sound si ispira molto al synthpop degli anni ’80, probabilmente una serie in cui un nostro brano starebbe bene potrebbe essere Stranger Things. Magari un brano in lingua italiana, con un sound più simile al nostro singolo d’esordio “Come la Neve”, potrebbe andare bene per una commedia italiana. Però dai, è sleale istigare le nostre fantasie: è già difficile non fantasticare su un sold out in un palazzetto, figurati se ci fai immaginare di comporre una soundtrack per un film od una serie TV!
Grazie mille per il vostro tempo. Prima di concludere, c'è qualcosa che vorreste aggiungere o un messaggio particolare che desiderate lasciare ai nostri lettori?
Grazie a voi per averci dato questa fantastica opportunità! L’unica cosa che ci sentiamo di dire, è di cercare di dare spazio all’ascolto di artisti e band che non conoscete, specialmente nel panorama musicale emergente. Ci sono davvero moltissime perle nascoste alle quali vale la pena dare una possibilità. E poi, i protagonisti della musica, specialmente quella emergente, sono gli ascoltatori: supportare nuovi artisti significa dare loro la possibilità di uscire dall’underground per cimentarsi in realtà sempre più importanti. A noi piace pensare che siamo una band composta anche da tutti coloro che ci ascoltano, proprio perché quando ci vediamo dal vivo le canzoni le cantiamo e le viviamo insieme.
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