Il senso di vergogna e la competenza sociale

 

Ospite in diverse trasmissioni televisive, radiofoniche e curatore di rubriche di psicologia su magazine nazionali, il Dottor Nello Di Micco, psicologo, è anche autore del libro Il tormento delle donne per le insidie dell'uomo violento e del saggio L’incantesimo infranto – un viaggio nelle truffe romantiche, SwanBook Edizioni. Con lui parliamo di vergogna e competenza sociale.

Dottore, come potremmo definire la vergogna?
Potremmo definire la vergogna come quella sensazione, e allo stesso tempo condizione, che un individuo prova di fronte a situazioni percepite socialmente o moralmente imbarazzanti.

La vergogna è intimamente legata alla competenza sociale, in altre parole è connessa alla valutazione e alla comprensione degli standard culturali a cui la persona cerca di aderire?
Più che alla competenza sociale, la vergogna è legata alla percezione soggettiva in riferimento al contesto sociale. Provo a fare un esempio: se manifesto un comportamento imbarazzante in pubblico, posso provare vergogna, tale vergogna è legata al giudizio che gli altri possono esprimere categorizzando il mio comportamento come vergognoso.

Si possono distinguere molti tipi di vergogna?
La vergogna ha diversi volti e diverse modalità: si può manifestare con imbarazzo sociale, fuga, paura del giudizio, sintomi corporei, chiusura emotiva. Ogni soggetto la vive e interpreta in modo personale.

A che età si sviluppa?
Non esiste un’età predefinita per provarla, diciamo che il soggetto sperimenta la vergogna a causa di una conseguenza di un evento traumatico che ha innescato come effetto l’imbarazzo soggettivo e sociale.

Delle esperienze traumatiche, quindi, possono innescarla?
Ciascun soggetto vive l’esperienza traumatica a proprio modo e può manifestare i malesseri in diversa maniera, sia attraverso sintomi fisici sia psicologici che condizionano la vita quotidiana. Un trauma lascia sempre una cicatrice sull’anima.

Differisce dal pudore?
II pudore è quel sentimento che, di solito in situazioni legate alla sfera della sessualità, determina istintive reazioni di difesa, per esempio come il coprirsi o il nascondersi. A differenza del pudore, come ho già detto la vergogna è legata al giudizio degli altri.

Va a braccetto con una bassa autostima?
Diciamo che preferisco non parlare di bassa autostima, nel senso che un soggetto che vive e prova vergogna ha delle difficoltà più strutturate. Vanno ricercate nella propria storia soggettiva le cause che hanno determinato o alimentato la condizione di vergogna, influenzando la vita e le scelte della persona.

Vergogna e psicopatologie quali disturbi del comportamento alimentare, uso di alcol, ludopatia, ecc. posso andare di pari passo?
Rispondere a questa domanda è complicato, diverse sono le dinamiche soggettive, percettive, sociali e culturali che si sovrappongono creando così delle difficoltà soggettive che ciascuno manifesta con i propri sintomi. Il sintomo è sempre soggettivo.

Infine, quale aiuto è possibile?
La prima forma di aiuto è assumere la consapevolezza che si ha bisogno di un supporto specialistico perché da soli spesso non disponiamo di risorse per fronteggiare un nostro malessere; chiedere aiuto non è una forma di debolezza, è semplicemente una forma di amore verso se stessi.

di Francesca Ghezzani