Ileana Mortari - “I Testimoni di Geova. Saggio critico sulla Watch Tower” . L'intervista

“I Testimoni di Geova. Saggio critico sulla Watch Tower” della dott.ssa Ileana Mortari, letterata, teologa e studiosa dei NMR e dei MRA, affronta le questioni relative alla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, offrendo una disamina dei principali aspetti della stessa: dalla storia della congregazione agli impegni richiesti all’adepto, alla manipolazione mentale, alla struttura organizzativa, al rapporto tra i responsabili e i membri, al drammatico fenomeno dell’ostracismo, ai modi in cui è possibile un recupero delle persone fuoriuscite.

La trattazione si avvale degli studi più recenti di sociologia religiosa, psicologia, movimenti religiosi alternativi, nonché di molte testimonianze ed esperienze sul campo.

Chi è stato il fondatore dei Testimoni di Geova?
Charles  Taze  Russell  (1852-1916)  è generalmente ritenuto il fondatore dei TdG. Personaggio singolare, nel 1876 egli si persuade di essere chiamato da Dio a fare il suo “portavoce” e soprattutto a rivelare il vero senso della Bibbia. Non è dato capire COME, visto che il soggetto non possedeva alcuna preparazione teologica, e tanto meno conosceva le lingue bibliche originali. Ciononostante non si fece problema a fondare un gruppo biblico per quei giovani che avessero voluto diventare “studiosi seri della Bibbia”: “Gli Studenti Biblici”, precursori dei TdG.

In che cosa credono?
Dio, che va solo e sempre chiamato Geova, è UNO, poiché Gesù è sua creatura e lo spirito santo è la sua forza attiva. Come si vede, i TdG negano  la Trinità, Cristo non è Dio; inoltre per loro non esistono sacramenti, né Messa; è proibito festeggiare Natale, Pasqua, compleanni, feste comandate, dal momento che sono di origine pagana; l’anima è mortale; non esistono né inferno, né purgatorio; non bisogna venerare né la Madonna, né i santi; tenere delle immagini sacre è idolatria. Cristo non ha fondato la Chiesa; è proibito mangiare sangue e accettare una trasfusione (anche un’autotrasfusione!), pure nei casi di estrema necessità. Un argomento importante, ma che qui non può essere trattato per mancanza di spazio, è la cronologia geovista, il cui momento più rilevante è il 1914. Il tema è trattato in modo esauriente in Polidori, La Bibbia dei TdG, pp.192-203.

Uno dei punti nevralgici della dottrina dei TdG è l’ostracismo. Un atteggiamento che mina la stabilità di un individuo. Cosa avviene se un seguace vuole uscire dall’organizzazione?
La questione è assai complessa e richiede uno spazio maggiore di quello che ho a disposizione in questa sede (la tratto alle pagg.82-101 del mio libro, dove sono riportati gli articoli dello Statuto relativi all’argomento, purtroppo non garantiti nella loro esecuzione). Dirò in breve che la congregazione TdG, come ogni Movimento Religioso, ha delle regole al suo interno e delle sanzioni da applicare quando le regole non vengono rispettate. Ad esempio il perdono viene concesso a chi si è pentito del suo peccato dopo un periodo penitenziale; ma se il peccato è di “apostasia”, viene dato solo se una persona rientra nel Movimento stesso.
L’aspetto più grave ed inquietante è infatti che molte disassociazioni (tipo “scomuniche” per intenderci) avvengono per APOSTASIA. Infatti non si ammette che una persona possa maturare idee personali diverse da quelle impartite. Siccome i TdG si ritengono l’unico canale di Dio e della salvezza, chi, per ragioni ideologiche, non intende più appartenervi, è considerato un “traditore” di Geova e dunque meritevole della punizione peggiore. Fraintendendo un passo biblico (2 Giov.10, che si riferisce all’anticristo e non va applicato a tutti i tipi di peccati), la Watch Tower (Torre di Guardia) commina all’ ”apostata” la punizione dell’”ostracismo”. Questo significa che chi viene espulso non fa più parte della congregazione e tutti, anche i familiari più stretti (figli, genitori, fratelli e sorelle carnali) sono tenuti a non parlargli, nè ad avere contatti, e neppure a rivolgergli un semplice saluto di cortesia; gli ostracizzati sono anche banditi da ogni forma di sostegno morale, fisico e di relazione umana. Fanno eccezione i figli minorenni o i figli maggiorenni e i genitori che possano trovarsi in una particolare situazione di gravità come imminenza della morte o di salute grave, ma solo per lo stretto tempo necessario, senza però farsi coinvolgere emotivamente, ma rimanendo sempre distaccati e freddi nei loro confronti.  E chi trasgredisce queste norme viene a sua volta punito con la disassociazione (il che può succedere ad esempio al genitore TdG che comunica con il figlio disassociato). Questo provvedimento, che viola il diritto di critica, la libertà di pensiero e di fatto ha spaccato e continua a distruggere molte famiglie, è di una gravità inaudita. E’ in corso una proposta di legge per sanzioni penali motivate dall’induzione all’isolamento.


Quali sono le loro regole?
Credo che la domanda si riferisca alle regole riguardanti l’ostracismo, cosa già esposta nel 3° punto. Se invece si intendono in generale le regole della comunità, occorre sapere che i testimoni di Geova sono sottoposti a molte regole e divieti gravosi. Molte attività quotidiane sono rigidamente scandite, predeterminate dal Corpo Direttivo di Warwick (USA), e molti comportamenti - considerati del tutto normali e legittimi nella società moderna - nel geovismo sono ritenuti scorretti; essi non sarebbero appropriati per dei “cristiani” (così i TdG si autodefiniscono, ma non lo sono affatto) e quindi proibiti, pena talvolta l'espulsione o "disassociazione".

Cosa dovrebbe fare un testimone di Geova se l’unica alternativa per sopravvivere è una trasfusione di sangue?
Anzitutto occorre sapere che il rifiuto di emotrasfusioni (che nello splendido film “Il verdetto” il padre TdG sostiene a spada tratta come derivato dalla Scrittura) si basa su versetti della Bibbia interpretati erroneamente; l’esegesi scientifica e corretta dice esattamente il contrario! I TdG si vantano anche di aver contribuito alla ricerca scientifica sui “sostituti” del sangue, ma questi non servono nelle situazioni di emergenza e di necessità salva-vita. Cosa dovrebbe fare un testimone nel caso ricordato dalla domanda? Cito due situazioni estreme ed opposte.1° Marzo 2016. Grazia Di Nicola: “Mi sono trovata tra la vita e la morte; in quel momento ho deciso di continuare a vivere per i miei quattro figli, mio marito, i miei genitori, mia suocera e quanti mi vogliono davvero bene.” Grazia si è salvata, ma ha subito l’ostracismo a vita. 2°- Settembre 2019. Una donna di 65 anni muore perché rifiuta di effettuare una trasfusione in quanto la “sua religione” glielo impedisce. La signora, testimone di Geova, ha firmato in cartella clinica di non volere alcuna trasfusione, il che  ha impedito a medici e magistrato di intervenire immediatamente con una trasfusione per salvarle la vita. Il chirurgo, dr. Iarrobino: <<Ho fatto di tutto. Mi sono scontrato con tutti i familiari ma........ nulla. Alla fine i figli si sono esaltati dicendo: “Mamma, sei stata grande, hai dato una lezione a tutti i medici ed a tutto il reparto". Mi chiedo: a) come può una religione ancora oggi permettere un suicidio?  b) come è possibile che io deputato per giuramento a salvare le vite umane, sia stato costretto a presenziare e garantire un suicidio assistito?». (si veda altro sull’argomento alle pagg. 78-81 del mio libro)

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“I Testimoni di Geova. Saggio critico sulla Watch Tower” di Ileana Mortari