"Emilia Cowboy" di Fattore Rurale: recensione
"Emilia Cowboy" si conclude con un appello: l'intero progetto Fattore Rurale è una pressante esortazione a vivere l'urgenza del "qui e adesso," una sintesi tematica che incarna il suo motto cardine: "Morte Amore Desolazione." L'album, nella sua totalità, è un promemoria che la morte è un processo che inizia con la nascita, e che solo l'accettazione di questa ineluttabilità può scatenare l'impulso vitale e sensuale dell'Amore.
Il disco è strutturato come un viaggio catartico, dove ogni traccia è un passo verso la consapevolezza. Dalla brutale accoglienza di "BENVENUTI ALL'INFERNO" alla necessità di "Rispetta il dolore," l'ascoltatore è costretto a spogliarsi di ogni difesa. La Desolazione è l'ambiente in cui la verità emerge, l'onesto riconoscimento di essere un "Codardo" o di vivere nella "Stagione del veleno." È l'accettazione che l'unica cosa da fare è smettere di "tutela[re] inutile[mente] il dolore."
L'elemento di sintesi più potente è la carica vitale che emerge proprio dal buio. L'amore, come un "Fulmine," non è un intermezzo, ma la vera risposta esistenziale alla pistola puntata dei giorni ("Revolver"). L'urgenza di "Prendimi e portami via" è l'epilogo emotivo di questo viaggio: un desiderio non solo di fuga fisica, ma di connessione totale e immediata. "Non smettere di bruciare" e "soffocare tra le gambe" non sono solo versi sensuali, ma l'espressione di un bisogno primario di annullare la distanza, di vivere la passione senza paura del domani, perché il domani è lontano.
Il progetto "Emilia Cowboy" è un'opera di un'autenticità disarmante, che usa la ruvidezza del country-blues per radicare la sua filosofia nel terreno. I Fattore Rurale hanno creato una mitologia personale, il cowboy padano, per veicolare un messaggio universale: è inutile scappare dalla propria natura. La vera libertà si ottiene solo ammettendo di essere vulnerabili, fragili e capaci di un amore violento e onesto. L'album ci lascia con un'ultima, necessaria urla custodita: il silenzio tornerà, il dolore pure, ma l'unica scelta è cavalcare con il cuore a brandelli, liberi e veloci, nell'eterno ritorno della vita. Il viaggio è finito, ma la corsa continua.
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