I NOCRAC presentano il lato A del disco d'esordio “SEXY DROGA”
Il lato A del debutto discografico dei NOCRAC, "SEXY DROGA", è un viaggio che mescola il peso delle emozioni con una leggerezza ironica. Il singolo "Malincocktail", in rotazione radiofonica dal 20 giugno, esplora il disagio emotivo attraverso immagini forti e neologismi evocativi. La canzone prende il nome da una miscela di malinconia e astuzia, un mix di umore e riflessione che si fa strada nel disordine delle relazioni e dei sentimenti. Con il simbolo dello smalto steso male, i NOCRAC raccontano una realtà emotiva imperfetta, che scivola ai margini come un liquido fuori dal suo contenitore, ma con uno sguardo critico che non rinuncia mai a una certa leggerezza. "Malincocktail" è il racconto di un'esperienza sentimentale, ma anche di un'osservazione disincantata e consapevole del mondo che ci circonda.
“Malincocktail” è il singolo, ma sembra anche un episodio narrativo a sé. Come si inserisce nella struttura del lato A?
È un pezzo manifesto. Porta in sé diversi ingredienti del disco: la voce che confessa e si contraddice, il suono morbido con piccoli sabotaggi, la malinconia che si traveste da ironia. Dentro Malincocktail ci sono indizi per leggere il resto del disco, ma resta anche un piccolo corto indipendente.
Ogni lato del vinile ha una sua identità. Come avete pensato il lato A? Come apertura o come dichiarazione di poetica?
Direi entrambe. Il lato A è come l’alba dopo una notte lunghissima: ancora confusa, ancora scomposta. È il momento in cui ci si accorge che qualcosa si sta incrinando, ma non si riesce a smettere di fingere. È l’apertura del racconto, ma già espone i temi principali. È la tesi con cui si apre il viaggio.
In che modo avete lavorato sul concetto di ascolto attivo? Cosa chiedete a chi mette la puntina sul primo solco?
Chiediamo di entrare senza aspettative nette. Di stare nel mezzo. I brani non seguono una formula, e spesso deviano. È un disco che si offre se non lo si vuole troppo decifrare. Ogni ascolto può restituire una prospettiva diversa, anche contraddittoria. In fondo chiediamo un ascolto affettivo, più che razionale. Però attento. Ecco, vorrei che lo si ascoltasse con attenzione perché è pieno - sia nelle liriche che nella musica - di centinaia di piccoli dettagli, e tutti sono lì per un motivo
“Sexy Droga” sembra voler dire: non siamo qui per salvarvi, ma per accompagnarvi. È così anche nel lato A?
Assolutamente. Non offriamo soluzioni, né redenzioni. Ma c’è una certa intimità condivisa, come tra sconosciuti che si trovano nella stessa notte insonne. Non salviamo, ma stiamo. E in quel gesto c’è forse un piccolo conforto. Insomma, vi parlo di me: se in questo racconto puoi trarne qualcosa per te, fantastico. Sennò godine come si può godere di un bel racconto
Se doveste scegliere un frame cinematografico che rappresenti “Malincocktail”, quale sarebbe?
Uno dei dialoghi in cucina di La maman et la putain di Jean Eustache, quando Jean-Pierre Léaud parla ininterrottamente, distrutto e teatrale, mentre Françoise Lebrun lo ascolta con uno sguardo che attraversa ogni parola. È un momento in cui il desiderio di verità si intreccia con l’incapacità di comunicarla, in cui la confessione diventa una forma esasperata di narcisismo ma anche di sopravvivenza.
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