'Erotico Rosso Cuore' di Stefan Rűhle: intervista all'autore
Direi che la gran parte delle storie nasce dalla curiosità che ci dovrebbe sempre accompagnare: a volte è sufficiente una parola, un racconto di un amico, un articolo, o una caratteristica fisica, come può essere la voce. Ma ritengo che una delle peculiarità dei miei racconti, dove il “core” resta comunque l’innamoramento alcune volte romantico, altre crudamente erotico, risieda negli improvvisi cambi di scenario, dove si affacciano alternativamente musica, poesia, arte ed ironia. Vi faccio un esempio: nel racconto “Giovanna Faroblù” prendo ispirazione da una famosa poesia di Eliot “Phlebas il fenicio, incipit del racconto. Bene, Phlebas da protagonista della poesia, si trasforma nell’uomo ideale in carne e ossa di Giovanna Faroblù che lo salva dal naufragio. Il breve soffocamento, preferito gioco amoroso della protagonista, diventa salvifico per Phlebas.
Insomma l’ideazione è sempre miscela di vita quotidiana e cultura, di polverose strade e invenzione fantastica.
Le storie non le ho scritte nell’ordine in cui sono pubblicate, ma successivamente ho cercato di dargli un filo logico; se fosse un’opera musicale direi che si inizia con un pianissimo per poi aumentare d’intensità. Tra correzioni, a cui ha provveduto in gran parte mia moglie, revisioni con la casa editrice e qualche ripensamento in corso d’opera, credo che abbia impiegato almeno otto mesi; Mi prendo i miei tempi, anche perché non lavoro solo a un testo, ma spesso mi dedico e scrivo su più manoscritti. È un metodo che uso anche nel mio mestiere di architetto: spesso è meglio far decantare un’idea, per poi riprenderla con più spavalderia e coraggio, e lavorare su più progetti consente questo “modus operandi”
Ritengo che i grandi classici debbano essere letti quando molto giovani, non solo per il tempo che abbiamo a disposizione in quella parte della vita, ma soprattutto perché influenzeranno tutto il nostro tragitto. Poi ognuno di noi ha le sue preferenze e percorrerà strade differenti. Se devo indicare le mie tra i grandi classici, non in ordine d’importanza, ma solo in rapida successione i primi che mi vengono alla mente direi Melville (Moby Dick è un capolavoro), Thomas Mann, Virginia Woolf, Celine ed altri ancora. Tra gli italiani contemporanei potrei citarne tanti, ma voglio citarne con deferenza solo uno: Tommaso Landolfi, maestro del linguaggio. Io, da modesto esordiente, tento comunque di porre un’attenzione particolare all’uso dei vocaboli, ampliando il repertorio utilizzato.
Così, con qualche difficoltà, ho trovato l’editore (Il seme bianco, e lo ringrazio) che ha ritenuto di pubblicare questo primo libro di racconti.
Ma tanti sono i progetti già completati e pronti “nel cassetto” della mia scrivania. Mi farebbe piacere pubblicare un romanzo, che ha una struttura molto diversa dal racconto.
Di romanzi ne ho completati diversi. Vorrei iniziare pubblicando la “Casa sul Blau”, una storia che si svolge in Germania, dove Helga, la protagonista, trova all’interno di un’antica villa, personaggi singolari e misteriosi: una comunità di dotti sperimentatori, gelosi della inaccessibilità della loro proprietà. Sono scienziati che esercitano ricerche dove sogni, magia, antiche leggende, giochi matematici e favolistica si fondono tra loro, miscelandosi in una scienza senza certezze.
Poi avrei pronti altri tre progetti che scalpitano: due romanzi i cui titoli provvisori sono “Lewis Carroll – il bosco cortese” e “Il vento e la coscienza del triestino Albert Weg”
In ultimo ho terminato di correggere un'altra raccolta di racconti da titolo “Five plus Five”, dove 5 racconti sono dedicati “all’uomo che guarda” come recita un famoso testo di Moravia, e altri 5 rivolti a mestieri fantastici e surreali: un costruttore di scatole per ogni oggetto, un inventore di parole, un costruttore di magici specchi, un falegname per scale personalizzate e uno scultore di soli nani che scatena una guerra alle persone alte.
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