'Erotico Rosso Cuore' di Stefan Rűhle: intervista all'autore


In "Erotico Rosso Cuore" di Stefan Rűhle, l'arte diventa un mezzo di conquista. L'autore esplora l'inganno come un'arte, prendendo in prestito elementi musicali, poetici e pittorici per sedurre cuore e corpo della persona amata. L'uso di brani musicali, poeti come Thomas Stearns Eliot e dipinti di Rothko diventa parte integrante dei racconti, creando un universo dove ogni inganno è ammesso.
 
Il narratore ci conduce attraverso un viaggio intrigante, dove corteggiare diventa un'arte sottile. Si possono conquistare i cuori salvando fenici dall'affogamento senza confessarlo a Eliot o regalando intere primavere al canto di sirene. La scarpetta di Cenerentola si trasforma in un brano musicale di Gabriel Fauré da suonare a quattro mani, con la perfezione dell'esecuzione che determina un innamoramento repentino.
 
"Corteggiare è follia," ci avverte l'autore, suggerendo che dietro ogni desiderio c'è un contratto insano che ci insegue fino al gelo del sepolcreto. Ma, come suggerisce, la follia è parte integrante di questa danza seducente che porta ad amori e ricordi affascinanti. "Erotico Rosso Cuore" si presenta come un'opera dove l'inganno, la passione e l'arte si fondono per creare una narrazione avvincente sulla conquista amorosa.
 
Qual è stata l'ispirazione dietro il tuo libro "Erotico Rosso Cuore"? 
Difficile dire da cosa nasca l’ispirazione, anche se è vocabolo che non proprio condivido, preferendo “ideazione”, anche per la deformazione professionale che proviene dal mio lavoro di architetto, dandogli una parvenza scientifica e non solo umorale.
Direi che la gran parte delle storie nasce dalla curiosità che ci dovrebbe sempre accompagnare: a volte è sufficiente una parola, un racconto di un amico, un articolo, o una caratteristica fisica, come può essere la voce. Ma ritengo che una delle peculiarità dei miei racconti, dove il “core” resta comunque l’innamoramento alcune volte romantico, altre crudamente erotico, risieda negli improvvisi cambi di scenario, dove si affacciano alternativamente musica, poesia, arte ed ironia. Vi faccio un esempio: nel racconto “Giovanna Faroblù” prendo ispirazione da una famosa poesia di Eliot “Phlebas il fenicio, incipit del racconto. Bene, Phlebas da protagonista della poesia, si trasforma nell’uomo ideale in carne e ossa di Giovanna Faroblù che lo salva dal naufragio. Il breve soffocamento, preferito gioco amoroso della protagonista, diventa salvifico per Phlebas.
Insomma l’ideazione è sempre miscela di vita quotidiana e cultura, di polverose strade e invenzione fantastica.
 
Da quale idea nasce la scelta del titolo? Perché "Erotico Rosso Cuore"? 
Sono molto soddisfatto del titolo, che mi pare particolarmente azzeccato. È una frase evocativa dove si miscelano le diverse sfaccettature dell’innamoramento. L’erotismo, che se volessimo associarlo a un colore, il rosso sembra particolarmente adatto. Ma il rosso media tra i due termini “erotico” e “cuore”, ponendosi proprio al centro dei due vocaboli. L’erotismo, il sesso contenuto o sfrenato fa comunque pulsare il cardio. Il sangue, sempre rosso, circola velocemente durante i rapporti amorosi. Ma il cuore, e non il cervello, ha sempre rappresentato anche l’organo dedicato all’innamoramento romantico, e pulsa alle volte per un solo sguardo. È un titolo quindi che media tra le fantasie del sesso, e la dolcezza della malinconia di un solo bacio. In ultimo “Erotico Rosso Cuore” a me evoca anche un prezioso colore avvolto dal mistero e costantemente ricercato da pittori di ogni paese, come il prezioso blu lapislazzulo.
 
Quanto tempo hai impiegato a scrivere il libro? 
Io non sono velocissimo nella mia produzione, anche perché svolgo un altro lavoro: ho uno studio di architettura che assorbe gran parte del mio tempo. La scrittura è attività notturna: sembra quasi che la luce diurna mi dia fastidio, come un pipistrello.
Le storie non le ho scritte nell’ordine in cui sono pubblicate, ma successivamente ho cercato di dargli un filo logico; se fosse un’opera musicale direi che si inizia con un pianissimo per poi aumentare d’intensità. Tra correzioni, a cui ha provveduto in gran parte mia moglie, revisioni con la casa editrice e qualche ripensamento in corso d’opera, credo che abbia impiegato almeno otto mesi; Mi prendo i miei tempi, anche perché non lavoro solo a un testo, ma spesso mi dedico e scrivo su più manoscritti. È un metodo che uso anche nel mio mestiere di architetto: spesso è meglio far decantare un’idea, per poi riprenderla con più spavalderia e coraggio, e lavorare su più progetti consente questo “modus operandi”
 
Oltre alla scrittura, quanto l'esperienza di lettura ha influenzato il tuo stile? 
I libri sono stati sempre presenti nella mia vita, sia quando abitavo con i miei genitori (avevo un padre giornalista), che successivamente da adulto. Ho letto molto e continuo a farlo con caparbietà, nonostante si siano di molto ristretti i tempi a disposizione per la lettura. Io sono architetto, e devo calibrare il mio mestiere con il tempo a disposizione. Oggi leggo in maniera differente dalla prima gioventù, saltellando da un libro all’altro, sottolineando brani o mettendo le “orecchie” alle pagine che voglio ricordare, o che possono suggerirmi qualche idea.
Ritengo che i grandi classici debbano essere letti quando molto giovani, non solo per il tempo che abbiamo a disposizione in quella parte della vita, ma soprattutto perché influenzeranno tutto il nostro tragitto. Poi ognuno di noi ha le sue preferenze e percorrerà strade differenti. Se devo indicare le mie tra i grandi classici, non in ordine d’importanza, ma solo in rapida successione i primi che mi vengono alla mente direi Melville (Moby Dick è un capolavoro), Thomas Mann, Virginia Woolf, Celine ed altri ancora. Tra gli italiani contemporanei potrei citarne tanti, ma voglio citarne con deferenza solo uno: Tommaso Landolfi, maestro del linguaggio. Io, da modesto esordiente, tento comunque di porre un’attenzione particolare all’uso dei vocaboli, ampliando il repertorio utilizzato. 
 
Ci puoi dare un'anteprima dei tuoi prossimi progetti letterari? Hai in cantiere nuovi romanzi o stai esplorando altri generi? 
Io ho iniziato a scrivere per me stesso, come fosse una cura per superare normali momenti di noia quotidiana. E così sono seguite pagine su pagine, sino ad accarezzare l’intenzione di renderle pubbliche.
Così, con qualche difficoltà, ho trovato l’editore (Il seme bianco, e lo ringrazio) che ha ritenuto di pubblicare questo primo libro di racconti.
Ma tanti sono i progetti già completati e pronti “nel cassetto” della mia scrivania. Mi farebbe piacere pubblicare un romanzo, che ha una struttura molto diversa dal racconto.
Di romanzi ne ho completati diversi. Vorrei iniziare pubblicando la “Casa sul Blau”, una storia che si svolge in Germania, dove Helga, la protagonista, trova all’interno di un’antica villa, personaggi singolari e misteriosi: una comunità di dotti sperimentatori, gelosi della inaccessibilità della loro proprietà. Sono scienziati che esercitano ricerche dove sogni, magia, antiche leggende, giochi matematici e favolistica si fondono tra loro, miscelandosi in una scienza senza certezze.
Poi avrei pronti altri tre progetti che scalpitano: due romanzi i cui titoli provvisori sono “Lewis Carroll – il bosco cortese” e “Il vento e la coscienza del triestino Albert Weg”
In ultimo ho terminato di correggere un'altra raccolta di racconti da titolo “Five plus Five”, dove 5 racconti sono dedicati “all’uomo che guarda” come recita un famoso testo di Moravia, e altri 5 rivolti a mestieri fantastici e surreali: un costruttore di scatole per ogni oggetto, un inventore di parole, un costruttore di magici specchi, un falegname per scale personalizzate e uno scultore di soli nani che scatena una guerra alle persone alte.