Viaggio nel mondo delle Erisu: l'epico concept album "Heavy Goddesses"
In questa intervista, le Erisu ci portano nel loro universo musicale attraverso il nuovo album "Heavy Goddesses", un concept rock metal che intreccia mitologia, forza interiore e ribellione. Ogni brano rappresenta un capitolo della storia di quattro dee guerriere, impegnate in un viaggio turbolento che riflette la ricerca di libertà e autenticità. Con collaborazioni d’eccezione, come quella con Steve Sylvester dei Death SS e Andy Panigada dei Bulldozer, l'album esplora il femminino sacro, un tema antico ma sempre attuale.
Preparatevi ad entrare nel mondo delle Erisu, dove il rock incontra il mito e l’emozione diventa potenza sonora.
Ciao e benvenute sulle pagine de Il Riflettore. Iniziamo con una domanda semplice ma essenziale: cosa rappresenta per voi la musica, e come ha influenzato il vostro percorso come band?
La musica per tutte noi rappresenta una parte della nostra essenza e un mezzo potentissimo di comunicazione: trasmette messaggi, emozioni, storie… Senza di lei noi non saremmo niente e il mondo sarebbe un posto freddo e silenzioso.
Le nostre influenze musicali sono estremamente varie. D’altronde siamo quattro ragazze molto diverse tra noi e con gusti diversi, ma tutte legate dal fil rouge delle varie sfumature del rock: il rock è la nicchia più espressiva che ci sia al mondo e siamo felici di poter dare parte di noi con i nostri brani a questa sfera musicale.
Parliamo del vostro nuovo singolo, "The Reckless Maneuver of the Four Parts of Eris". Come è nato questo brano e quali sono le principali ispirazioni che vi hanno guidato durante la sua creazione?
Questo brano, come molti del nostro album, nasce dall’esigenza di raccontare una storia: narriamo del viaggio ideale delle quattro figlie di Ninhursag – dea madre del pianeta Nibiru – verso la Terra. Lo stare sulla Terra è chiaramente molto turbolento e comporta, per le quattro dee, varie esperienze tra cui quella più complessa e più intensa è l’interazione con gli esseri umani che – come sappiamo – sono esseri terribili e capaci di grandi brutalità. Per questa ragione poi nasce il desiderio di scappare, di tornare alla propria casa, anche ricorrendo a “manovre spericolate”.
Questo brano, come molti del nostro album, nasce dall’esigenza di raccontare una storia: narriamo del viaggio ideale delle quattro figlie di Ninhursag – dea madre del pianeta Nibiru – verso la Terra. Lo stare sulla Terra è chiaramente molto turbolento e comporta, per le quattro dee, varie esperienze tra cui quella più complessa e più intensa è l’interazione con gli esseri umani che – come sappiamo – sono esseri terribili e capaci di grandi brutalità. Per questa ragione poi nasce il desiderio di scappare, di tornare alla propria casa, anche ricorrendo a “manovre spericolate”.
Qual è il significato simbolico o il messaggio che volete trasmettere attraverso questo singolo?
Il messaggio è un vero e proprio grido di liberazione: nessun essere deve sentirsi costretto in un luogo o in un sistema che non gli appartiene e tutti abbiamo diritto di tornare a Nibiru. Nibiru alla fine è in ognuno di noi, è un luogo di pace e libertà che tutti sogniamo di rivedere o di riabbracciare. È la casa delle Dee nel suo senso più stretto, ma dentro di sé racchiude infinite sfumature del concetto di libertà.
Il messaggio è un vero e proprio grido di liberazione: nessun essere deve sentirsi costretto in un luogo o in un sistema che non gli appartiene e tutti abbiamo diritto di tornare a Nibiru. Nibiru alla fine è in ognuno di noi, è un luogo di pace e libertà che tutti sogniamo di rivedere o di riabbracciare. È la casa delle Dee nel suo senso più stretto, ma dentro di sé racchiude infinite sfumature del concetto di libertà.
A chi dedicate questo singolo?
A quelli che, come noi nei nostri vissuti, hanno sentito delle vere e proprie catene impedirgli di essere loro stessi, a quelle persone che vogliono rischiare insieme a noi tutte le possibili “manovre spericolate”!
A quelli che, come noi nei nostri vissuti, hanno sentito delle vere e proprie catene impedirgli di essere loro stessi, a quelle persone che vogliono rischiare insieme a noi tutte le possibili “manovre spericolate”!
Passando al vostro album "Heavy Goddesses", il concept dietro questo disco è potente e complesso. Quali sono i temi principali che affrontate nell'album e come si collegano tra loro i brani?
“Heavy Goddesses” è un album che porta con sé tutta la sfera della mitologia precristiana e il tema del femminino sacro: è un tema che, a nostro avviso, in questi anni di modernità, frenesia e machismo è stato perso e il nostro desiderio era riportarlo in auge. Il titolo prende ispirazione dallo storico album “Heavy Demons” dei Death SS, band per noi di grande ispirazione e con la quale abbiamo collaborato per la realizzazione del nostro lavoro. Siamo grate a Steve Sylvester, leader storico del gruppo, a Freddy Delirio e ad Andy Panigada dei Bulldozer, chitarrista di fama mondiale, per aver dato il loro importante contributo a questa creazione di cui siamo molto orgogliose.
“Heavy Goddesses” è un album che porta con sé tutta la sfera della mitologia precristiana e il tema del femminino sacro: è un tema che, a nostro avviso, in questi anni di modernità, frenesia e machismo è stato perso e il nostro desiderio era riportarlo in auge. Il titolo prende ispirazione dallo storico album “Heavy Demons” dei Death SS, band per noi di grande ispirazione e con la quale abbiamo collaborato per la realizzazione del nostro lavoro. Siamo grate a Steve Sylvester, leader storico del gruppo, a Freddy Delirio e ad Andy Panigada dei Bulldozer, chitarrista di fama mondiale, per aver dato il loro importante contributo a questa creazione di cui siamo molto orgogliose.
Se aveste l'opportunità di scrivere la colonna sonora di un film o una serie TV, quale scegliereste e perché?
Bellissima domanda, anche perché siamo tutte fan di molta musica da film! Ragionando bene sul nostro stile e sulla nostra musica, pensiamo sarebbe bellissimo se potesse prestarsi al servizio delle desertiche scene delle pellicole di “Dune”. Tra l’altro il terzo film dovrebbe uscire nel 2026… Noi ci speriamo! ;)
Ninlil aggiunge che avrebbe desiderato scrivere assieme ai Goblin le colonne sonore di “Profondo Rosso”, storico film di Dario Argento con una soundtrack pazzesca, Nunrim avrebbe voluto cantare al posto di Liza Gerrard nell’iconica colonna sonora di Hans Zimmer de “ Il Gladiatore” e Nenlu avrebbe lavorato volentieri con Angelo Badalamenti per “Twin Peaks”.
Bellissima domanda, anche perché siamo tutte fan di molta musica da film! Ragionando bene sul nostro stile e sulla nostra musica, pensiamo sarebbe bellissimo se potesse prestarsi al servizio delle desertiche scene delle pellicole di “Dune”. Tra l’altro il terzo film dovrebbe uscire nel 2026… Noi ci speriamo! ;)
Ninlil aggiunge che avrebbe desiderato scrivere assieme ai Goblin le colonne sonore di “Profondo Rosso”, storico film di Dario Argento con una soundtrack pazzesca, Nunrim avrebbe voluto cantare al posto di Liza Gerrard nell’iconica colonna sonora di Hans Zimmer de “ Il Gladiatore” e Nenlu avrebbe lavorato volentieri con Angelo Badalamenti per “Twin Peaks”.
Prima di salutarci, c'è qualcosa che vorreste aggiungere o un messaggio speciale che volete lasciare ai lettori de Il Riflettore?
Innanzitutto vi ringraziamo per averci accolte! Vi invitiamo a preordinare il nostro album “Heavy Goddesses” e a seguirci su tutti i social media per poter restare aggiornati sulla frequenza della Dea! A Eris!
Innanzitutto vi ringraziamo per averci accolte! Vi invitiamo a preordinare il nostro album “Heavy Goddesses” e a seguirci su tutti i social media per poter restare aggiornati sulla frequenza della Dea! A Eris!
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Interviste