“Toso, hai visto Diana” Luoghi Letterari Sardegna, intervista a Michela Tanfoglio


Michela Tanfoglio
è fondatrice dell’agenzia letteraria EditReal e di numerosi progetti letterari e artistici di grande successo. Nel 2021 è stata premiata come miglior editor italiano. In occasione dell’uscita di Luoghi Letterari Sardegna a cura di Giulio Pisano ed edita dalla casa editrice Arkadia Editore, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei per saperne di più del suo racconto “Toso, hai visto Diana” presente nella raccolta che descrive uno spaccato della Sardegna da un punto di vista totalmente nuovo.
 
Michela, benvenuta.  Oggi sei nostra ospite per raccontarci la tua esperienza al progetto Luoghi Letterari Sardegna. In questo volume è presente il tuo racconto “Toso, hai visto Diana”. Come hai vissuto il borgo di Sant’Anna Arresi?
Grazie mille per avermi invitata! Allora, Sant’Anna Arresi e gli arresini mi hanno cambiato la vita. Ho vissuto una lotta interna tra il dolore che portavo dentro e l’infinito amore che ho ricevuto: mi sono sentita fuori dal mondo; a volte è difficile spiegare l’amore. Il luogo era mozzafiato, lo ammetto, ma le persone, la gentilezza e quell’umanità indescrivibile mi ha commossa. Al mio ritorno la mia vita è cambiata, e tutto il buono lo devo a loro.



Ci racconti il percorso emotivo e di ricerca che ti ha portata alla stesura del racconto?
Un dolore lungo una vita, una morsa al cuore che mi porto dentro da tanti anni. Il ricordo, l’abbandono, il cercare una visione alternativa per non correre ai ripari tra le braccia della morte. Sono ossessionata dalla morte. Non è la mia storia questa, è il racconto di un dolore invincibile, ma che in un determinato momento decide di scendere a patti con la vita e stabilire una sorta di pace armata.  
 
Cosa desideri che rimanga del tuo racconto ai lettori?
L’umanità e il rispetto del dolore. L’essere superiori a ogni giudizio e il perdono, quello autentico.
 
Ogni libro è un viaggio tra le pagine, come definiresti questo tuo nuovo viaggio?
Una passeggiata nella mia mente, passatempo a lungo accantonato. Non mi piace ripensare alle cose, se volto lo sguardo indietro posso sentire ancora il dolore delle ferite infertemi o auto-inferte. La rimozione, spesso, è l’unica soluzione, ma prima o poi devi fare i conti con il passato e con i ricordi, e un giorno, miracolosamente, ti accorgi che non fanno più così male come credevi. Oppure fanno ancora malissimo, ma in fondo se ci hai convissuto per anni, vuol dire che non possono ucciderti: l’avrebbero già fatto. Forse.
 
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo soggiorno in Sardegna, quali sarebbero?
Generoso, affettuoso, destabilizzante.
 
Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori e impegni?
Uh, mi tremano le dita! L’8 aprile uscirà il mio primo libro dal titolo Picasso – La mala arte, per La Corte Editore. Che emozione e che responsabilità. Nell’opera, infatti, ho ripercorso la vita artistica e personale del maestro Pablo Picasso, un vero genio, ma anche un uomo sadico, purtroppo. Parlerò delle sue donne, dei suoi figli, del suo rapporto con il mondo. È stato ed è un lavoro enorme, ma ho dei professionisti accanto a me: il mio editore Gianni La Corte, il giallista Carlo F. De Filippis, gli editor Athena Barbera, Giulio Pisano, Giovanna Burzio e Federico Ghirardi, la scrittrice Adriana Angoletta, il prof. J. Tomassini, Barbara Scardilli, Valeria Zanoni, Francesca Tamanini e Babi, sempre nel mio cuore, a cui dedico ogni secondo della mia esistenza.