Aryas torna con “Stand-bye”: un viaggio nel caos dell’ansia
Con “Stand-bye”, Aryas firma un brano intenso e oscuro che mette a nudo l’ansia come presenza costante, non da combattere ma da comprendere. Suoni industriali e atmosfere cupe raccontano il blocco mentale, il corpo che si irrigidisce, il respiro che cambia ritmo.
La voce diventa il punto di contatto tra mente e fisicità: un’estensione diretta degli stati emotivi che l’artista attraversa. Anche la scelta dell’elettrocardiogramma nello special del brano sottolinea questa tensione, un battito sospeso che rappresenta il caos dei pensieri e la difficoltà di restare in equilibrio.
L’intervista che segue approfondisce questo dialogo continuo tra emozioni, corpo e creatività, in cui Aryas trasforma l’ansia in materia sonora e narrativa.
Nel brano si percepisce una forte connessione tra mente e corpo. Quanto influisce la tua fisicità nel modo in cui interpreti la voce?
La mia voce è strettamente legata a degli stati d’animo che provo, il corpo sicuramente segue a ruota ciò che parte dalla nostra mente e perciò credo che provando sicuramente dell’ansia anche il corpo ne risentiva magari con manifestazioni fisiche concrete!
Grazie per la domanda, è un richiamo forte che vuole simboleggiare il caos, la tempesta che esplode nella testa quando ci sono troppi pensieri che fanno a gara su chi ha la voce più forte!
Mi capita di percepire così la mia voce! In quanto la voce fa parte dal respiro!
Beh, credo di sentirla soprattutto nella pancia, so che, quando ho quella sensazione sta arrivando un attacco importante!
Di fare più vacanze senza fare viaggi immensi!
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