Licorice Trip: “Mexicaña” un fiume sonoro che scorre tra due sponde di significato opposte
Oggi Gabriele, il bassista
e coautore dei testi della band, ci guiderà attraverso le profondità creative
di questo progetto.
Grazie per aver
accettato di parlare del vostro nuovo album, "Mexicaña". Cominciamo
con il concetto di dualismo complementare che sembra essere al centro di questo
lavoro. Potete spiegarci meglio come avete sviluppato questo tema e come si
riflette nella vostra musica?
“Grazie a voi per aver
deciso di ascoltarci! Il tema al centro di quest’album è nato mettendo insieme
più tessere di un puzzle: avevamo diversi temi, diverse storie da raccontare e
non volevamo escluderne nessuna, abbiamo quindi pensato di racchiudere in ogni
brano almeno due aspetti diversi e contrastanti ma che potessero allo stesso
tempo condividere uno stesso spazio. A livello musicale tutto questo si
concretizza in brani con atmosfere diverse, mutevoli e spesso e volentieri
assolutamente contrastanti, credo che questo aspetto musicale emerga
chiaramente proprio nei brani più strumentali come “Cairo” e “Sidney”, in
questi due casi specifici sottratta (o quasi come nel caso di Cairo) la parola
abbiamo accentuato il susseguirsi di atmosfere e suggestioni sonore diverse”.
Avete menzionato che
l'ascolto attivo è fondamentale per cogliere appieno la dualità presente in
ogni brano di "Mexicaña". Cosa consigliereste agli ascoltatori che
vogliono immergersi appieno nell'esperienza musicale che avete creato?
“Suggerisco per prima cosa
di approcciarsi con il libretto dei testi alla mano e poi di non fermarsi solo
all’ascolto e alla lettura dei testi ma di lasciarsi incuriosire e di
approfondire il più possibile. Le nostre sono narrazioni quasi documentaristiche
di fatti realmente accaduti o comunque immaginati, nella nostra epoca abbiamo
la fortuna di avere tantissima conoscenza a portata di clic quindi invito tutti
a fare qualche ricerca online riguardo i personaggi che sono al centro dei
nostri testi… non ne rimarrete delusi”.
"Mexicaña"
sembra anche avere un obiettivo sociale, incoraggiando il dialogo e la
riflessione critica. Come vedete il ruolo della musica nell'incitare il dialogo
in un'epoca in cui sembra essere sempre più trascurato?
“Quello del ruolo della
musica come strumento di riflessione critica e con finalità sociali è un tema
molto personale quindi vi dirò strettamente quella che è la mia opinione e in
questo caso non pretendo di parlare a nome di tutto il gruppo. Io intendo la
musica, come tutta l’arte, fine a sé stessa ma questo non vuol dire
necessariamente che deve essere qualcosa di chiuso su sé stesso e senza una
finalità. Penso che sia compito di qualsiasi musicista doversi esprimere in
maniera propositiva e mai passiva, penso debba essere un obiettivo comune di
chiunque faccia arte in generale quello di far pensare il pubblico, di fornire
spunti e di cercare in qualche modo di aggiungere qualcosa a quello che si è
preso per dare forma alle proprie idee. L’arte e la musica sono processi
derivativi ma non solo, sono anche processi di creazione e potenti strumenti
sociali. Forse mi sono un po’ dilungato ma concludo sintetizzando il tutto in
una frase: personalmente ritengo che la musica abbia il dovere di dire qualcosa
sempre e comunque, nel farlo inevitabilmente finisce sempre per rivestire un
ruolo sociale sia esso esplicito o meno”.
Grazie mille per aver
condiviso con noi la vostra visione e il vostro processo creativo.
“Grazie a voi per averci
concesso questo spazio e per aver ascoltato i nostri pensieri! Alla prossima!”
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Interviste