Intervista a Stefano De Sanctis per il romanzo “Mosaico”


In occasione dell'uscita di
“Mosaico”, disponibile in libreria e negli store digitali, abbiamo intervistato lo scrittore romano Stefano De Sanctis.

La nostra intervista.
 
Chi è Stefano De Sanctis oltre la scrittura?
Sono convinto che, per un romanzo, la scrittura debba essere preminente su chi lo ha scritto, dirò perciò poche cose di me.
Dagli anni ‘90 mi occupo di counseling, e quindi di accompagnare le persone a individuare il modo per loro migliore di stare al mondo. Mi piacciono gli scacchi perché è un gioco dove la fortuna non conta e vince chi gioca meglio. Ogni volta che posso vado su qualche montagna intorno a Roma. Ho due figli e tre nipoti, il romanzo è dedicato a loro.
 
Come nasce la storia che racconti nel libro dal titolo “Mosaico”?
Avevo in mente la scena finale che, ovvio, qui non posso raccontare.
Da lì mi sono chiesto quali strade avessero percorso i diversi protagonisti per incontrarsi lì, in quel modo, con quella conclusione.
Vi ho incuriosito?
 
Il protagonista è Giulio, un giovane di trent’anni che a un certo punto si trova a dover cercare il padre, di solito poco presente ma stavolta proprio scomparso. Durante la ricerca dovrà fare i conti con il fatto che le diverse testimonianze che raccoglie gli restituiscono una figura del padre totalmente diversa da quella che credeva di conoscere.
 
Cosa rappresenta il disegno in copertina?
“Sansone”, opera del pittore Piero Paladini, che apprezzo tantissimo e che mi ha concesso di utilizzarla per la copertina.
È ispirata a un particolare del mosaico pavimentale di Otranto.
Piero vive e lavora a Lecce, vale la pena passare sul suo sito ad ammirare altre sue opere.



 Come hai vissuto la fase della scrittura e poi l’iter per la pubblicazione? Ti va di raccontarci qualche aneddoto?
La scrittura è durata circa sei anni
Nella prima stesura il protagonista era il padre di Giulio, che raccontava in prima persona, al presente, la sua vicenda autobiografica di scrittore finalmente affermato. In un colpo di scena finale qualcuno smentiva clamorosamente il racconto autocelebrativo.
Il risultato non mi piacque.
Decisi allora di passare per una scuola di scrittura, dove mi fu suggerito di far diventare protagonista il figlio Giulio e di riscrivere in seconda persona.
Raccolsi la sfida: far diventare protagonista il figlio fu un buon suggerimento, la scrittura in seconda persona, invece, si rivelò molto difficile, dovendo tenere il protagonista sempre in scena.
Questa versione la mandai ad alcune case editrici, tre delle quali mi risposero positivamente. Ne fui molto contento ma, rileggendo, continuavo a non essere soddisfatto del risultato.
Mi rivolsi perciò a un editor: Giulio Pisano, intercettato in un video su YouTube, che mi trasmise una sensazione di competenza che i fatti poi confermarono,
Giulio – casualmente stesso nome del protagonista - mi propose di riscrivere il romanzo in terza persona, mi fu d’aiuto con notazioni come “questo mi piace molto” o “questo proprio non mi piace” e con un fecondo confronto sulla struttura e l’ordine dei capitoli.
Finalmente ero soddisfatto del risultato, che arrivò a Nino Bozzi editore attraverso Michela Tanfoglio, dell’Agenzia letteraria Editreal.
 
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo questo libro? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Difficile rispondere. Scrivere è un piacere - non date retta a quelli che dicono sia una sofferenza – e vorrei che il lettore provasse piacere nel leggere.
Piacere dalla scrittura, piacere dalle vicende dei personaggi, dalla storia.
Che segno lasciare… non so, non credo che un romanzo debba porsi lo scopo di dare messaggi o esprimere teorie della vita, mentre sono molto contento che in alcuni lettori, che mi hanno trasmesso le loro impressioni, il romanzo abbia mosso qualcosa, abbia indotto a qualche riflessione.
Uno delle più grandi gioie di scrivere? Quando un lettore trova nel romanzo qualcosa che io “non so” di averci messo, ma che riconosco non appena me ne parla.
 
Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Ho in mente qualcosa ma non sto ancora scrivendo. Stavolta ho chiara la struttura ma non ancora una storia, se non per piccoli episodi al momento scollegati. Il divertimento starà nella costruzione passo passo e nel rendere coerente l’insieme.