Intervista allo scrittore Davide Buzzi


Abbiamo intervistato Davide Buzzi, cantautore e autore, in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo “L'estate di Achille”, pubblicato da Morellini Editore.

Ciao Davide, benvenuto. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro, cosa diresti?Buongiorno a voi e grazie per l’invito. “L'estate di Achille” è un racconto “spoof” che ci vuole ricondurre in un passato, nemmeno troppo lontano, nel quale internet ancora non esisteva e dove apparentemente il mondo era forse un po’ più grande. La Storia di Davide e Seth ci obbliga anche a scavare nelle nostre certezze e a rivedere le nostre priorità. E poi è un intenso viaggio nella musica italiana degli anni 70, quando i sogni e le prospettive dei giovani dell’epoca erano ben diversi da quelli di oggi. 
È anche un romanzo che nasconde un mistero e che vuole accompagnare il lettore a scoprirlo pagina dopo pagina.

Hai parlato di "spoof", che genere si nasconde dietro questa denominazione?
Il genere “spoof”, o “spoofing”, è conosciuto soprattutto in America, mentre in Europa non ha mai avuto una grande tradizione. In ogni caso non sono in Italia già qualche scrittore si è cimentato in questo tipo di lavoro, riscontrando ottimi successi.
Lo “spoof”, porta il lettore all’interno di un racconto totalmente inventato ma che grazie a una sapiente sovrapposizione fra fatti reali e conosciuti e pura, porta la mente del lettore a credere che la storia raccontata possa essere un evento in qualche modo reale.  In altre parole, lo spoofing è assimilabile alla fake-news, con la differenza che in questo caso si rivela fin da subito che quanto raccontato è solo frutto della fantasia dell’autore.

Da quale idea nasce la copertina del libro?
La foto di copertina ritrae un giovanissimo musicista alle prese con la sua chitarra, sigaretta in bocca, durante un concerto. È una fotografia scattata negli anni 70, una delle epoche nelle quali il mio romanzo è ambientato. L’idea era quella di arrivare a rappresentare il giovane Seth, un cantautore talentuoso ma dal carattere instabile e fumatore accanito, nel periodo nel quale calcava i palchi alla ricerca della sua affermazione musicale. 

Che atmosfera si respira in questo romanzo?
Il racconto si svolge su due piani temporali diversi, gli anni 70 e 
il 1993, anno nel quale Davide scopre Seth sotto il ponte del Corvetto di Milano. Spero di essere riuscito a trasmettere nel migliore modo possibile le atmosfere di entrambi i periodi, il post 68, le rivolte giovanili, gli anni di piombo, la musica, la droga, il gas di scarico, la solitudine, la fine di un millennio che più di ogni altro ha visto il progresso esplodere in modo quasi incontenibile. 

Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi…
Realizzare un lungometraggio nelle vesti di regista (risata).
Dove ti porterà il tuo amore per la carta e la penna? Su cosa stai lavorando?
In realtà ho sempre scritto nel corso della mia vita, canzoni, articoli di giornale, storie brevi, seppure è vero che con i racconti lunghi e i romanzi è solo da una decina di anni che mi cimento. 
Non so a cosa mi potrà portare questa mia passione e in fondo nemmeno mi interessa più di tanto. Quanto faccio deve prima di tutto divertirmi. Il giorno nel quale la scrittura non mi divertirà più, semplicemente smetterò e mi dedicherò ad altro. Magari mi dedicherò alla floricoltura. Chi lo sa?

Prossimi impegni?
Sono impegnato nella stesura un romanzo per ragazzi, compito assai impegnativo, in quanto il metodo di scrittura con il quale ci si rivolge ai giovanissimi è totalmente diverso da quello per gli adulti. Sarà divertente vedere cosa ne verrà fuori.