Ed ecco che torna la canzone ad annaffiare il
più nobile dei sentimenti… la follia, il romanticismo, le imprese d’amore… l’uomo
passa anche e soprattutto da qui nonostante l’omologazione imperante di questi
tempi che vogliono codificare e circoscrivere in un terreno sicuro anche questi
fuori pista. E in qualche modo ci porta indietro all’adolescenza degli anni ’80
e ’90 nonostante i suoni digitali di questo futuro: Luca Breuza ci racconta di
come l’amore “Non è follia”, titolo di questo Ep e title track del disco che
porta con se anche un bel video a corredo. Noi premiamo play e ci lasciamo
incantare dalla trasparenza di una semplicità pop decisamente ricca di
sensibilità.
L’amore si coniuga non solo nei confronti del
proprio partner ma tu lo dirigi, se non ho capito male, anche nei riguardi di
un genitore, di una famiglia… vero? Assolutamente si, l’amore in tutte le sue
forme. All’interno del mio disco, ogni brano, tratta un amore “diverso”. Per te cos’è l’amore? Per me l’amore è tante cose: io penso che con
la persona che troviamo o che abbiamo al nostro fianco, sia importante essere,
amici, confidenti, amanti e molte altre cose. La condivisione e la fiducia
verso il proprio partner è fondamentale. Ecco cos’è per me l’amore. Posso dirti che è uno di quei rarissimi casi in
cui non si parla di pandemia pur essendo nato in questo tempo? Viene da
chiedersi… perché? Beh, di pandemia e di tutto quello che è
connesso se ne già parlato molto, forse fin troppo, quindi io preferisco che
chi ascolta la mia musica per un momento possa distrarsi e pensare ad altro;
una sorta di “viaggio con la mente” per uscire dai soliti schemi che la società
ci impone. Chi è diventato Luca Breuza dopo un disco così
ricco di immersione spirituale e privata? Sono un ragazzo di 34 con le idee ben chiare di
cosa vuole continuare a fare e ci sono ancora tante cose che ho da dire e che
voglio condividere con tutti voi.