La scrittrice Anita si racconta come donna e come autrice dopo il suo romanzo d'esordio


Si firma con il nome di Anita la scrittrice genovese, classe 1988, autrice del libro “Avrei voluto portarti sulla luna, ma ho trovato posto solo al lago”.
Un’opera che sonda in profondità l’animo umano e i suoi sentimenti, colma di pathos per chi la leggerà e catartica per la scrittrice, perché è proprio grazie alla scrittura se è riuscita ad affrontare paure e fragilità.

La tua opera d’esordio potremmo definirla un romanzo di formazione per i tuoi protagonisti ma, forse ancor di più, per te: quali aggettivi useresti per descrivere Anita prima della stesura e quali per il dopo?
Anita prima della stesura era inconsapevole, spaventata ma coraggiosa, Anita dopo è più forte, intraprendente e ambiziosa.

Anita, Agostino, ovvero i tuoi protagonisti. Sei affezionata a loro come fossero “degli amici sinceri” e quanto di te troviamo nei tratti che li caratterizzano?
Mi sono davvero molto cari, mi hanno permesso di iniziare un percorso meraviglioso, ho dato a loro la responsabilità dei miei pensieri.
Anita e Agostino sono la parte più fanciullesca della mia persona e, proprio come loro, a un certo punto ho messo la parola fine.

Cosa ci racconti, invece, dei personaggi collaterali della storia? 
Non ho concentrato molte attenzioni sui personaggi che si possono incontrare all’interno della storia. Sono delle piccole parentesi che aiutano il lettore a empatizzare con le fragilità di Anita ed Agostino, cercando di rendere più chiaro il rapporto di esclusività che si sono costruiti.

C’è un genere in cui vorresti cimentarti e uno in cui proprio avresti il blocco dello scrittore?
Vorrei approfondire l’arte del dramma, raccontando i problemi che la nostra società è costretta ad affrontare, i drammi emotivi che colpiscono ogni individuo. 
Avrei moltissima difficoltà con i crime, ma proverei comunque a mettermi in gioco.

Se tu volessi avere la penna di qualcuno per stile e capacità narrativa, a chi vorresti assomigliare tra gli scrittori più celebri e perché?
Sicuramente Margaret Mazzantini, ti trascina all’interno dei suoi romanzi e ti costringe ad assistere al reale dolore dei protagonisti, non puoi tirarti indietro.

So che hai in cantiere un secondo libro… sarà una prosecuzione del primo o completamente separato? Inoltre, utilizzerai ancora lo pseudonimo di Anita o il tuo riscatto partirà proprio da qui?
Sarà completamente separato, il mio nuovo libro è il primo passo verso un percorso più maturo, da questo momento lavorerò e mi impegnerò per alzare sempre di più il livello dei miei romanzi.
Abbandonerò lo pseudonimo e scriverò firmando la mia opera con nome e cognome, ho deciso di mettere da parte tutte le paure che potrebbero compromettere la mia crescita personale e professionale.

Di Francesca Ghezzani