“Un amore travolgente che crea dipendenza”. Intervista alla cantautrice Alessandra Latino


Euphoria è il nuovo singolo della cantautrice
cosentina Alessandra Latino, disponibile in radio ed in tutti gli store digitali. La nostra intervista.

Ciao Alessandra Latino e benvenuta. Prima di tutto, cos’è per te la musica?
Ciao e grazie mille per l’invito!
È difficile per me trovare le parole adatte per descrivere il mio rapporto con la musica. Sicuramente è un rapporto duraturo, è una costante nella mia quotidianità. La musica è una vera e propria necessità per me, qualcosa di cui non sono abituata a fare a meno e neppure ne sarei capace.

Parlaci del tuo nuovo singolo dal titolo “Euphoria”, qual è la genesi?
Euphoria è una velata analogia tra amore e droga.  Racconta di un amore che crea dipendenza, necessario, totalizzante; in realtà è pura illusione, ciò che la mente ha cercato e creato per colmare un bisogno.
Il brano spiega come questi eccessi, che sembrano equilibrio, sono precari: la stabilità è surreale e la realtà, che sembra sospesa, scorre invece veloce. Spesso se ne è consapevoli, ma si sceglie di rimanerne “vittima” per continuare a vivere quell’adrenalina, quella felicità che dura pure solo un attimo.

Quale messaggio vuoi trasmettere con questo brano e in particolare con la tua musica?
Lo scopo di questo brano è descrivere una situazione che quasi tutti, ameno una volta nella vita, ci siamo trovati a vivere: si tratta di una circostanza che ha aspetti negativi ma anche positivi, spetta a noi decidere quanto siamo disposti a rischiare per sentirci vivi.
In questo come in tutti gli altri miei brani, cerco di raccontare delle realtà che vivo o ho visto vivere, sperando che le mie verità possano essere, almeno un po’, comuni a tutti, che qualcuno possa indentificarsi in ciò che scrivo.

A chi dedichi questo nuovo singolo?
Questo brano è dedicato a tutte le persone che hanno voglia di rischiare, che sono disposte a vivere la felicità, l’eccesso, l’adrenalina che stanno cercando anche solo per un attimo senza sentire il peso delle aspettative.

Sappiamo che hai frequentato il CET di Mogol, che bagaglio hai portato a casa da questa esperienza?
Si, ho seguito un weekend di masterclass e lezioni al CET per due anni di fila e ricordo tutto di quell’esperienza. È stata una vera e propria full-immersion nel mondo della musica e dei suoi svariati aspetti: ho fatto cose che non pensavo di poter fare (da mashup a cappella, a lezioni di beatbox) e, soprattutto, le ho fatte divertendomi ed imparando cose nuove che ormai sono parte del mio bagaglio personale.

Ci parli del tuo precedente brano “Protagoniste” pubblicato in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne.
Protagoniste è una canzone per le donne (e non sulle donne). Non ho scritto questa canzone con l’intento di descrivere le donne, perché penso che già lo facciano, ma solo per riuscire a dargli il giusto spazio.
Le donne riescono ad essere guerra ed equilibrio, problema e soluzione in un solo corpo, senza sentire il bisogno di scegliere perché nessun aspetto della nostra vita può precluderne un altro: sappiamo essere adulte e bambine, madri di famiglia e donne in carriera.
È un brano per educare al rispetto e all’inviolabilità che è il diritto alla vita, diritto di cui Roberta Lanzino e moltissime altre come lei non hanno goduto. Protagoniste è una canzone per riflettere e capire che ne siamo tutti un po’ responsabili perché non vi poniamo la giusta attenzione e non facciamo abbastanza per riscattarle.
Questa canzone è il mio invito ad essere sempre protagonisti della nostra vita, mai comparse.

Grazie mille per la tua disponibilità, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere questa intervista?
Grazie infinite a voi, mi sono divertita molto a rispondere alle vostre domande!
Ho solo un consiglio per i lettori: trovate ciò che vi fa stare bene e seguitelo, perché non sarà mai una scelta sbagliata (sono 19 anni che seguo la musica e non me ne sono ancora stancata). Fidatevi di voi stessi.