Intervista a Francesco Cusa, autore del romanzo "VIC"

Francesco Cusa è l'autore di "VIC", romanzo uscito per Algra Editore qualche mese fa. Abbiamo apprezzato molto il suo libro, una sorta di diario surreale scritto in prima e terza persona, popolato dai personaggi “estremi” d’una provincia “estrema”: esseri reali e immaginari, vivi e morti, spettri e spiriti che potrebbero essere il frutto di una mente psicotica o del delirio d’un santo. Il centro del romanzo, il suo “senso”, sta forse in questo continuo scavo psicologico e metafisico teso a smascherare il velo del “Tremendo” che pare avvolgere “lynchianamente” la fisica e la morfologia della cittadina di provincia.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui. Ecco cosa ci ha raccontato.

Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la scrittura?
Ho sempre scritto, fin da giovane. Anche se sono più conosciuto come musicista, questa dello scrittore è per me divenuta una professione da circa una decina di anni, quando ho deciso di rendere pubbliche le mie opere letterarie sotto forma poetica, saggistica, poi esplorando l’aforisma, il racconto ed il romanzo. A spingermi sono stati molti amici e conoscenti. Se ho un rimpianto, forse, è quello di non aver cominciato prima. Poi, certo c’è tutta la mia carriera da musicista, critico letterario e cinematografico ecc. 

C’è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire la strada di scrittore?
Più di uno. Citerei “Il Conte di Montecristo” di Dumas per l’avvincente narrazione, “Viaggio al termine della notte” di Céline per la straordinaria forza della scrittura, “Justine o le disavventure della virtù” di De Sade come manifesto della potenza sacra dell’arte dello scrivere.

Sei scrittore di racconti, romanzi e poesie. A quale dei tuoi libri sei più affezionato?
Forse al mio primo, “Novelle Crudeli”. Probabilmente perché mi sono ispirato per i racconti ad amiche ed amici reali.

“VIC” è il tuo nuovo romanzo pubblicato da Algra Editore. Quali sono le caratteristiche principali del tuo protagonista?
Vic è un ragazzo-uomo maturo-anziano che vive la sua schizofrenica vita di scrittore in un luogo immaginario del Sud dell’Italia: Cotrone. È un personaggio che rappresenta il trauma irriducibile, il caso clinico principe oggetto delle ricerche dei freudiani. Fortunatamente lui se ne sbatte di tali indagini, giacché egli rappresenta il cortocircuito di ogni narrazione clinica volta all’individuazione del caso topico, del “problema” su cui orchestrare la riuscita di un progetto teorico. In questo senso Vic nasce per ridonare all’Occidente l’aura mitica della legge di natura, ciò che prevale rispetto alla legge morale; in buona sostanza per restituire l’uomo alla sua sacralità. Forse è giunto per consentirmi di esplorare alcuni aspetti oscuri della mia coscienza.


Prossimi progetti?
Ho appunto quasi terminato la mia quinta raccolta poetica “Il Giusto Premio”, un nuovo romanzo - “2056” - di natura distopica e fantascientifica, una raccolta di sonetti dal titolo “Rime Sboccate”, un altro saggio dal titolo “L’Orlo Sbavato della Perfezione”.