MASSIMO GERMINI: Dal 2 luglio in radio il nuovo singolo "QUALCOSA DI FAMILIARE feat. ROBERTO VECCHIONI"
Dal 2
luglio arriva in radio il singolo “QUALCOSA DI FAMILIARE feat. ROBERTO
VECCHIONI” di MASSIMO GERMINI scritto con Michele
Caccamo, brano che dà il titolo all’album negli store e sulle piattaforme
dallo stesso giorno (PLAYAUDIO/AZZURRA MUSIC).
“Questa canzone vuole essere un appello all’attenzione e alla
cura dell’altro - dice Massimo Germini - infatti
racconta di una piccola, comune storia d’amore schiacciata dall’indolenza. I rapporti di coppia sono,
purtroppo spesso, schiavi di una predominanza, quando invece sarebbero
necessari il dialogo e l’apertura verso l’altro.”
Qui il
video: https://youtu.be/pi-
Questa la track list dell’album: “ODÒS”, “QUALCOSA DI
FAMILIARE - feat Roberto Vecchioni”, “PER MARINO”, “VUOL DIRE”, “SOLO AD
AGOSTO”, “TU LO SAI”, “IL BRUSIO DELLE PAROLE”, “SAI COME SONO LE ESTATI”,
“ULISSE RACCONTA”, “AMORE È FORSE”, “DOPO UN ABBANDONO”.
In questo album dal punto di vista dei testi, il filo conduttore
è evidentemente la fragilità dell’uomo e il suo rapporto con l’amore e con la
fine. I testi, scritti da Michele Caccamo, grande poeta contemporaneo, nascono
da esperienze di vita molto intense, che sono diventate esperienze di tutti con
la tragedia del Covid-19. Sentimenti che prima potevano provare solo le persone
che avevano vissuto tragedie personali oggi sono comuni a migliaia di persone.
Michele ha dato la voce a queste emozioni e credo che, ascoltare questa voce,
possa essere in qualche modo di conforto e di liberazione. Dal punto di vista musicale, l’album riscopre
un modo di suonare primordiale, etnico, ci sono tanti strumenti della
tradizione popolare di diversi paesi, una contaminazione che ha al centro
l’uomo e le sue modalità fisiche di espressione, non falsificate dalla
tecnologia. È un album suonato in studio, con strumenti veri e che si rifà alla
tradizione della musica d’autore italiana, con alcuni tributi ai maestri.
Massimo
Germini, nasce a Limbiate (Monza Brianza) il 28 ottobre 1962. Chitarrista
e compositore, da
trent’anni svolge un'intensa attività concertistica, collaborando con artisti
delle più svariate estrazioni e contaminando così la propria tecnica
chitarristica. Oltre alle chitarre, suona strumenti a corda tipici della
tradizione popolare italiana e straniera (mandolino, mandola, liuto cantabile,
charango, bouzouki). Anche grazie all’incontro con Lucio Fabbri all’Entropia
di Milano, iniziano nei primi anni novanta le sue collaborazioni importanti,
tra cui quella con Grazia Di Michele, con la quale ha calcato le
scene per diversi anni. Nel 2002 viene chiamato da Roberto Vecchioni a
suonare nel tour estivo legato alla pubblicazione dell’album “Il lanciatore di
coltelli” e, dopo una breve interruzione, i loro rapporti umani e artistici si
consolidano, proseguendo stabilmente tutt’oggi, non solo per l’attività concertistica.
Fondamentale è il contributo di Massimo Germini nella parte musicale degli
ultimi album del cantautore: “Io non appartengo più”, “Canzoni per i figli” e
l’“Infinito” (disco d’oro nel 2018), nei quali la chitarra è strumento
portante.
In
una intervista rilasciata alla rivista Vinyl del 5 gennaio 2019, Roberto
Vecchioni si esprime in questi termini sulla loro collaborazione: “Massimo
Germini è il mio chitarrista storico: conosce tutte le mie canzoni, più di me.
È un grande musicista che insegna nelle carceri, canta bene, fa le prove lui al
posto mio e sa eseguire qualsiasi cosa io possa avere in mente. Da quando lo
conosco ho smesso di suonare. Io non sono un grande chitarrista ma con lui sono
già a posto”. Da tanti anni Massimo Germini presta le sue chitarre all’intenso
progetto musicale di Giovanni Nuti, artista sensibile e raffinato
di grande spessore che ha musicato alcune tra le più belle poesie di Alda
Merini, la quale, ancora in vita, prendeva direttamente parte agli
spettacoli. Al progetto, da cui sono nati alcuni dischi, hanno nel tempo
collaborato anche Milva, Valentina Cortese, Lucia
Bosè, Simone Cristicchi e, da ultimo, Monica
Guerritore. Della grande poetessa Massimo Germini dice: “Alda Merini è
stata sicuramente una persona con una marcia in più. Era impressionante anche
solo lo sguardo, tanto era comunicativo. Alda aveva la capacità di dire sempre
qualcosa di profondo e intelligente, e non risultare mai scontata e banale.
Sicuramente il fatto di averla conosciuta è stato un dono prezioso” (così
nell’intervista rilasciata a Francesca Bignami nel 2015 per L’Isola che non
c’era, “... con i segni di chitarra che mi rigano la vita”). Sempre in
ambito teatrale, Massimo Germini ha curato gli arrangiamenti musicali degli
spettacoli “Musicalmente scorretto” e “Ce n’est qu’un début” di Giangilberto
Monti nei primi anni 2000, “Di là del mare” di Kaballà nel
2013 (con Mario Saroglia), “Ma sono mille Papaveri Rossi” nel 2015 e “Wind
Blow” nel 2019 di Ivana Ferri per il Tangram
Teatro di Torino. Dal 2017 accompagna alla chitarra Syria nello
spettacolo teatrale “Bellissime”, tributo alla canzone italiana al femminile,
nonché, dal 2018, nello spettacolo “Perché non canti più”, omaggio a Gabriella
Ferri con la regia di Pino Strabioli, di cui Massimo Germini ha curato la
direzione musicale unitamente a Davide Ferrario. Attualmente
Massimo Germini sta collaborando all’allestimento di uno spettacolo teatrale
sull’accoglienza, il quale contiene otto sue canzoni che canterà direttamente
in scena, “Ogni luogo è un dove”, scritto da Marco Aime e
prodotto dal Teatro Pubblico Genovese, in uscita nell’estate 2021. Innumerevoli
le ulteriori collaborazioni live di Massimo Germini: Nicola di
Bari, Susanna Parigi, Mario Incudine, Cecilia Chailly, Patrizia Cirulli,
Giorgio Faletti, Rossana Casale, per citarne solo alcuni. Numerosissime le sue
partecipazioni come strumentista in produzioni discografiche, colonne
sonore (“Il cosmo sul comò” di Aldo Giovanni e Giacomo, “Zoe’” di
Giuseppe Varlotta, “Un figlio di nome Erasmus” di Alberto Ferrari), manifestazioni,
festival, rassegne e spettacoli televisivi. Massimo
Germini ha all’attivo due dischi di musica strumentale (“Fuoco”
e “Corde e Martelli”, quest’ultimo composto con il pianista Diego Baiardi) ed
alcune produzioni (“Dai tempi duri alla Carboneria”, con Lucio
Fabbri, ed “Erba, vento e fuoco” di Carlo Facchini e La Carboneria, “È così che
va” e “Come sempre” di Icio Caravita, “Basta unire i puntini” di Alberto
Caramella Foà). Nel 2020 ha inoltre prodotto e arrangiato l’album “Pura come
una Bestemmia” di Rossella Seno, che comprende anche otto sue
composizioni, il quale ha ottenuto ottime recensioni dalla critica. La sua
lunga esperienza professionale lo ha reso un cultore appassionato della
musica d’autore, tanto da guadagnarsi grande stima tra gli addetti ai
lavori, che da anni lo coinvolgono in convegni ed eventi culturali (come
la Fiera delle Parole), oltre che in rassegne musicali (Premio
Bianca d’Aponte, L’artista che non c’era, Premio Andrea
Parodi), alle quali prende parte in qualità di giurato. Un suo contributo è
oggetto dell’Epilogo del libro “Non avrai altro Dio all’infuori di me spesso mi
ha fatto pensare – La Buona Novella di Fabrizio di André, 50 anni dopo”
di Mario Bonanno, edito nel 2020. La passione per la musica italiana
d’autore ha inoltre determinato la collaborazione di Massimo Germini, a partire
dal 2016, alla cattedra di Roberto Vecchioni, “Forme di poesia in
musica”, all’Università di Pavia. È in uscita un libro per Bompiani, scritto a
quattro mani da Massimo Germini e Paolo Jachia, “Roberto Vecchioni, Una vita
per Canzoni”, che nasce proprio da questa esperienza didattica. Massimo
Germini ha sempre coltivato, oltre all’attività da musicista, l’attività
didattica, collaborando con istituti ed enti pubblici e privati e prestando la
propria opera di educatore nelle carceri di Monza, Opera e Parma, dal 2016 al
2019, nell’ambito del meritorio progetto ideato da Franco Mussida “CO2 - Music
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