CLAUDIO BAGLIONI: sulla piattaforma ITsART è disponibile l'evento in streaming “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA”
Uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali. È “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA”,
l’opera-concerto totale registrata presso il Teatro dell’Opera di Roma, tratta
dall’omonimo e ultimo album di inediti di CLAUDIO BAGLIONI.
Eccezionale non solo nell’ideazione – parole e musiche di Claudio
Baglioni, direzione artistica di Giuliano Peparini - ma
soprattutto nella realizzazione. In tempi normali, infatti,
non sarebbe mai stato possibile dar vita a un’opera che trasforma
in ambiente scenico ogni spazio - retropalco, palchi,
golfo mistico, platea, foyer, camerini e corridoi - del Teatro nel
quale va in scena.
Per “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA”, in streaming dal 2 giugno sulla piattaforma ITsART (il sipario
digitale per teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d'arte, live e
on-demand, con contenuti disponibili in Italia e all'estero), artista,
orchestra, coro e parte del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma,
musicisti, vocalist, danzatori, performer e acrobati animano ogni angolo della struttura, illuminando
di sé, oltre al palcoscenico, tutti quegli spazi che, solitamente,
non sono luoghi di rappresentazione.
«La ferita dei teatri vuoti ci ha colpiti al cuore e
faticherà a rimarginarsi –
racconta Claudio Baglioni – Per questo ho cercato di
contribuire a riempire quel vuoto, portando in dono al teatro tutto quello che
avevo da dare. Musica e parole, naturalmente. Ma anche un’Opera - “IN QUESTA
STORIA CHE È LA MIA” – che fonde recitazione, danza, gesto, giochi di luci e
suoni, “quadri” animati da performer, e nella quale grande orchestra, coro
lirico, coristi e band diventano co-protagonisti della narrazione. Ognuno di
noi - con la propria arte, sensibilità, intensità, espressività - ha provato a
cancellare il vuoto del teatro, riempiendolo, letteralmente, di vita. E, così,
tutto - palcoscenico, golfo mistico, platea, palchi, loggioni, foyer, corridoi,
backstage – è diventato scena. Uno spettacolo totale in uno spazio scenico
totale, nel quale - per la prima volta - l’idea wagneriana dell’arte totale si
realizza in una architettura totale. “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA” è davvero
uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali. E non solo perché in “tempi
normali” non sarebbe mai stato possibile concepirlo né realizzarlo ma,
soprattutto, perché credo ci sia bisogno di idee eccezionali per aiutare certe
ferite a rimarginarsi, e trasmettere le energie che servono a fare di dolore,
difficoltà e privazioni i semi per costruire un futuro nuovamente degno di
questo nome».
Arte totale, teatro totale, estetica cinematografica.
Un’anteprima assoluta. Non solo perché tema, narrazione,
canzoni e allestimento musicale e scenico sono originali ma, soprattutto,
perché “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA” riprende - estendendola
- l’idea wagneriana di opera d’arte totale. Arte totale in un intero teatro,
dunque - in tutti i significati che il combinarsi di queste due formule è in
grado di esprimere – che finisce, però, col rivelare un’estetica
cinematografica, tanto da trasformare “IN QUESTA STORIA CHE È LA
MIA” in un inedito FilmOpera. Come accade nella
cinematografia, infatti, le diverse scene di questo straordinario atto unico
(scene rese ancora più suggestive dal ricorso ad effetti di luce e soluzioni
illuminotecniche che normalmente non si vedono nei teatri di tradizione
all’italiana) sono state riprese da diversi punti di vista –
attraverso un incalzante ed emozionante uso di campi e controcampi - in modo da
unire al lirismo fisico del teatro, la magia metafisica del cinema.
Storia di un amore e dell’amore.
È la storia di un grande amore e dell’amore stesso:
amore personale - reale o ideale, fisico o mentale, vissuto o semplicemente
vagheggiato ma, sempre inatteso, sorprendente, travolgente - di un “uomo di
varietà” e della sua “principessa”. Ma anche amore universale: antico, eppure
ogni volta incredibilmente nuovo, che anima ogni venatura del tempo – passato,
presente e futuro – e dà senso e valore a tutte le stagioni della vita:
fanciullezza, adolescenza, gioventù, maturità.
L’opera-concerto.
Lo spettacolo - della durata di novanta minuti -
si apre con un monologo evocativo e rapsodico - scritto
da Claudio Baglioni e interpretato da Pierfrancesco
Favino - e un preludio danzato affidato all’étoile Eleonora
Abbagnato.
La direzione di orchestra e coro è di Danilo
Minotti, mentre la direzione della band di Baglioni è affidata a Paolo
Gianolio, che ha firmato gli arrangiamenti e le orchestrazioni di nove dei
quattordici brani dell’album. Gli arrangiamenti degli altri sette brani
portano, invece, la firma di Celso Valli. I contributi solistici
sono di Giancarlo Ciminelli, Alessandro Tomei, Roberto
Pagani, Danilo Rea e Giovanni Baglioni, che
esegue la suite finale dell’album.
“IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA” è prodotto
da Friends & Partners e Fenix Entertainment S.p.A. La
regia teatrale è di Giuliano Peparini, la fotografia è di Ivan
Pierri, la regia televisiva è di Luigi
Antonini.
Lo spettacolo di Claudio Baglioni su ITsART è acquistabile
singolarmente. Non è necessario l’acquisto di un abbonamento per poter accedere
alla piattaforma.