Maurizio Ferradini: io non c'entro col rock è il nuovo album
Il rock non è
mai morto. È stato colpito, lasciato in fin di vita, e piano piano ha
continuato a zoppicare, tra cicatrici e ferite mai rimarginate, attraversando e
sfidando le tempeste tecnologiche degli ultimi 40 anni di Storia, collezionando
eroi rimasti – spesso volutamente - invisibili. Il Novecento è lontano, è
altrove e va rispettato e lasciato in pace coi suoi miti.
Il rock del
terzo millennio ha nuovi codici e nuovi portatori sani di energia elettrica e
provocazione che hanno trasformato quella musica “da assembramento” in ballad
da nicchia, mai perdendo dignità.
Maurizio
Ferrandini, cinquantenne
sanremese, figlio della città dei fiori e della canzonetta da mainstreamer, è
in realtà uno dei tanti fratellini scomodi e mai riconosciuti dal sistema,
perché non si è mai uniformato, non si è mai lasciato plasmare dalle mode e da
un settore discografico che, per sua natura e storia, tende a corrompere tutti
i suoi protagonisti con i generi e le sotto-categorie del pop.
I
dischi, Ferrandini, nonostante i corteggiamenti di label
Indie e produttori alternativi, ha sempre preferito farseli e finanziarseli
da soli, a costo di renderli talmente rari da essere quasi introvabili.
Oltre ad una
laurea conseguita nel ramo amministrativo, fin da giovanissimo Maurizio si
appassiona di grafica, di montaggio video e di liuteria, ma nel frattempo la
sua arte originaria non si disperde: Ferrandini diventa polistrumentista e
realizza una dozzina di album in circa 10 anni.
Nel 2020,
complice il lockdown dell’emergenza sanitaria, incontra “virtualmente” il
vecchio amico Luca Bonaffini col quale realizza un format in
cinque puntate per Globus Television dedicate alle “storie
dietro alcuni vinili d’arte”: si tratta di Mash Up Kult che,
andrà in onda durante il Natale successivo, ottenendo un grande successo. Nel
2021, per lo stesso Bonaffini, realizza il videoclip de “Il futuro
ero” (singolo del cantautore mantovano) e sarà proprio in quel
contesto che riceverà da Luca la proposta per la pubblicazione di un
album.
“Miracolosamente
– come ha dichiarato il produttore – Ferrandini ha accettato”.
Lo ribadiamo
con orgoglio, dunque. Il rock non solo gode di buona salute ma soprattutto è
ancora in grado di gridare in silenzio, senza adeguarsi.
Ben tornato
Maurizio.
L’album
Sette tracce
con temi felicemente inattuali quindi eterni.
Mondi musicali
distorti e melodici, tra malinconia e pancia.
Maurizio
Ferrandini è
tornato e con lui il ben riconoscibile sound e atteggiamento rock.
Apre “Destinazione
America”, dove un grido interiore trova un passaggio segreto e diventa una
dichiarazione di resistenza e di resilienza. Segue “Cosa c’entri col
rock”, dove rock è un'idea, un'impostazione dell'anima e non
necessariamente uno stile di vita. Romantica seduta analitica, una sorta di
viaggio nel subconscio di un uomo costretto a fare i conti con scelte di vita
non allineate al senso comune invece la bella “Totem”, mentre
in “Questa notte” l'autore accompagna la madre nel suo ultimo
volo mentre la vita scorre muta e banale tra l'indifferenza e la mortificante
solitudine. Arrivano “Oggi”, descrizione di un istante che diventa
il lucido dipinto di una vita, e “Quello che fa bene”, omaggio a
Tom Petty. Conclude l’ettagono discografico “Il buio”, criptica e
penetrante, rivelazione di un rock guerriero incapace di adeguarsi, ma che non
si intende arrendersi.
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