Riki Cellini: nella mia 'Canzonissima' c'è quell'Italia che Raffaella si è portata con sè
Riki Cellini suggestiona con la sua Canzonissima, un singolo citazionista in streaming e digital download dallo scorso giugno, balzato nella classifica dei brani più ascoltati e trasmessi dalle radio.
Un omaggio alla memoria, a quell'immaginario pop in cui siamo stati immersi per anni e che torna a ondate col solo intento di farci ballare, di regalarci una spensieratezza carica di ricordi.
Il varietà e gli anni della Canzonissima televisiva, un mondo che evoca ancora tanta fascinazione "perchè era una televisione vera, sincera - spiega Riki Cellini - rispecchiava il sentire degli italiani e un’Italia che non c’è più, romantica, elegante e spensierata, capace di emozionarsi con le piccole cose, di guardarsi negli occhi. Un periodo storico che univa invece di dividere e che Raffaella si è portato definitivamente con sè".
Una fotografia di un periodo
felice non solo del nostro immaginario, che
funge anche da involontario omaggio a Raffaella Carrà e che ha ricevuto
consensi autorevoli come quello del Maestro Peppe Vessicchio:
"Canzonissima: il superlativo del
sostantivo 'canzone' rappresenta in modo emblematico il sentimento che
circolava in quegli anni riguardo al potere mediatico-culturale di questa forma
musicale. Evocarne i contenuti farà bene perché ci riconnette a quello che
siamo attraverso quello che eravamo. Un passaggio indispensabile per
storicizzare quello che tutti noi proviamo a fare."
Riki Cellini con la complicità e le intuizioni da antologia negli arrangiamenti di Valerio Baggio, costruisce a suo modo uno zibaldone di pensieri, non solo prendendoli in prestito dai titoli delle hit italiane degli anni 70/80, ma facendoli diventare il racconto di un immaginario creativo sopra il quale non ha mai smesso di ruotare una scintillante disco ball.
L’arrangiamento di Canzonissima
ricostruisce l’intenzione e il groove della disco music anni 70,
includendo citazioni musicali scolpite nella memoria di tutti. Così il video con
nuove interpretazioni delle scenografie e delle coreografie dell’omonima
trasmissione televisiva degli anni 70, fino ad arrivare alla successiva
esplosione del colore degli anni 80.
Crediti foto: Mario
Rota